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Giulio Cesare
 
Giulio Cesare 2020-01-08 09:30:28 siti
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
siti Opinione inserita da siti    08 Gennaio, 2020
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Di necessità virtù

A dispetto del titolo, questo dramma in cinque atti non fa di Giulio Cesare il protagonista; si assiste invece alla rappresentazione del passaggio dall’apoteosi cesariana alla successiva ed ennesima piega assolutistica che prenderanno gli ormai agonizzanti statuti repubblicani. In mezzo, l’eversivo tentativo di difesa del repubblicanesimo maturato da Cassio e dai suoi compagni che passeranno alla storia per aver ucciso Cesare.
Egli muore nel terzo atto, autocelebrandosi come irremovibile nelle sue decisioni, unico fra gli uomini, inattaccabile, un uomo che non si piega alla piccolezza delle relazioni umane ma vede oltre, con lo sguardo sagace, lo stesso che attonito si spegnerà constatando il tradimento del suo Bruto. “Tu quoque, Brute, fili mi!” reso nel dramma con “Eh tu, Brute? Allora muori, Cesare!”
I primi due atti sono invece funzionali a descrivere l’ opportunismo della plebe urbana che inneggia a Cesare e al suo trionfo, dimentica di aver reso lo stesso omaggio prima a Pompeo, o ancora a imbastire la congiura ai danni di Cesare cercando di convincere Bruto, limandone le sue ultime resistenze. È proprio la rappresentazione del dissidio interiore di Bruto ad occupare l’intero secondo atto. Solo, Bruto medita, pondera i fatti, gli atteggiamenti, i comportamenti del suo caro amico e condanna insieme al lui il genere umano quando mostrandosi umile sta in realtà salendo i gradini della nota scala chiamata ambizione. Lui seguirà i cospiratori ma si porrà anche come il mediatore fra la brutalità dell’omicidio e la necessità del suo compiersi, gestendo infine di fronte ai concittadini e ad Antonio le sue ragioni: “… ho ucciso il mio migliore amico per il bene di Roma, ma serberò lo stesso pugnale per me, quando il mio paese riterrà necessaria la mia morte”.
Il dramma, dopo il memorabile discorso di Antonio che con fine arte oratoria afferma ciò che nega, si avvia alla conclusione rappresentando il costituirsi del secondo triumvirato e il decisivo scontro a Filippi, e non tanto per evidenziare il conflitto tra Antonio e Bruto quanto per confermare quella lontananza di intenti che già emergeva nel primo atto tra Bruto e Cassio.
Intenso dramma che rappresenta la distanza fra il fine e il mezzo quando in gioco ci sono alti ideali quali la libertà e l’uguaglianza che per essere garantite hanno necessità della violenza.

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Cicerone, Le catilinarie
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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Mi pare sia una delle tragedie shakespeariane più politiche. Certo non dimentica mai il dramma dell'animo, questa volta di bruto, o il potere seduttivo e plagiante della parola, ma più di altre volte il tema è proprio il potere non assoluto e atemporale, ma umano e storico.
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siti
08 Gennaio, 2020
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Diciamo che qui anticipa il grande spessore umano e drammatico dei suoi personaggi più noti.
Non l'ho letto. Grazie, Laura, per avermelo ricordato.
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siti
08 Gennaio, 2020
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Grazie a te Emilio.
Grazie alla tua bella recensione, Laura, mi sono resa conto che è da tanto che non leggo un'opera di Shakespeare ;)
In risposta ad un precedente commento
siti
08 Gennaio, 2020
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Ogni tanto bisogna concedersene uno, Laura. a me piace poi leggere il teatro, in generale.
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