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La discesa
«Ma ero dalla parte del giusto, e questo bastava a mettermi la coscienza in pace. Il sentimento del diritto, la soddisfazione d’aver ragione, la gioia di stimarsi, caro signore, sono molle potenti per sostenerci o farci andare avanti. Gli uomini si trasformano in cani rabbiosi, se gliele togliete. Quanti delitti commessi semplicemente perché il loro autore non poteva sopportare di essere in colpa!»
Amsterdam. Un avvocato, un lungo ininterrotto monologo. La consapevolezza, la maschera, il giudizio. La coscienza che è un flusso ininterrotto, un interlocutore che tace e ascolta, che col suo silenzio perpetrato ricorda quasi il monologo presente ne “Le braci” di Sandor Marai, la scelta di abbandonare quella bautta, la conseguente discesa negli inferi, nell’oblio.
L’obiettivo di Camus attraverso la voce del legale è quella di portare alla consapevolezza dell’evoluzione dell’animo umano in relazione con quella che non è tanto la giustizia terrena quanto la divina. L’avvocato, venuta meno la colonna portante, diventa giudice di se stesso e di ciò che lo circonda, diventa consapevolezza di quel che ha intorno con le varie luci che lasciano sempre più adito alle ombre. Una discesa nelle oscurità che è inarrestabile perché dalla crepa iniziale, giungere al baratro è un attimo. La conseguenza successiva è che venendo meno la figura divina, viene meno anche la dicotomia tra bene e male e quindi tutto diventa relativo e opinabile così come la caduta dell’essere umano che di fatto è per natura egoista ed egoriferito. Unico barlume di speranza che spezza il sinallagma è dato dalla figura della ragazza che si butta nel fiume e dall’atto di salvarla.
“La caduta” è un elaborato che conduce il lettore tra le fila di un ragionamento ben articolato che riesce a smuovere la riflessione. Come ogni volta Camus è una riscoperta, tuttavia, per quanto lo scritto mi abbia sorpresa e incuriosita qualcosa non mi ha completamente convinta. In parte ho faticato nella lettura a causa della pedantezza del monologo, in parte non sono riuscita a farmi completamente coinvolgere dalla linea sposata dal medesimo. Non posso dunque annoverarlo tra i migliori di questo romanziere.
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Camus è consolatorio per me. Letteratura non è solo evadere, ma anche interpretare la realta. Oggi come oggi è attualissimo.
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