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Opera-Sogno
“Era forse stato creato per restare, anche un attimo soltanto, accanto al tuo cuore?” Ivan Turgenev
“Un intero attimo di beatitudine! E’ forse poco, sia pure per tutta la vita di un uomo?”
E voi, cosa ne pensate?
La prima citazione è riportata dall’autore del romanzo "Notti bianche", Dostoevskij, nella pagina iniziale del racconto, mentre la seconda è la frase con cui egli stesso termina la storia di quattro notti vissute dal protagonista tra le pagine del romanzo. La somiglianza e il significato non sono difficili da cogliere.
San Pietroburgo fa da sfondo nebbioso alla vicenda. E’ la città dei sogni, dei cuori in attesa e dei cuori spezzati, delle illusioni, della solitudine e delle notti bianche che portano un cambiamento, anche se piccolo, nella vita del protagonista. Nasten’ka, la ragazza che incontra la prima notte mentre piangeva, affacciata alla ringhiera del canale, afferma di comprenderlo e di essere in grado di amarlo, quando egli non conosce più nemmeno se stesso. Egli è un sognatore, e come tale imbevuto di sogni, di ricordi, di speranze vecchie e nuove. Ciò che vive nella sua mente assume la stessa importanza del reale ed anzi, appare migliore di quanto non lo sia la sua vita.
“...egli non guarda, ma contempla...come se fosse preso da qualche altra cosa, molto più interessante, da potere solo per un attimo prestare attenzione a quanto lo circonda...”
“Un nuovo sogno! Una nuova felicità! Un’altra dose di veleno dolce e raffinato! Che cosa importa a lui delle nostra vita reale?”
E’ difficile esprimere un pensiero su questo libro, per questo fino ad ora ho cercato di riportarvi alla mente sensazioni emerse durante la lettura o, se non l’avete affrontata, farvi sognare un po’ quest’opera.
Tutti possiamo riconoscerci nella figura del sognatore, dell’idealista; tutti noi creiamo storie, così come abbiamo idee costruite in maestosi castelli che brillano nell’aria e non si materializzano mai davvero. Penso che egli percepisca la sua vita così povera, così bassa rispetto alla bellezza dei suoi sogni, che solo il pensiero lo porta a vacillare, a ingannarsi che non sia veramente sua. I sogni possono essere considerati una strada alternativa alla monotona quotidianità, ma con il passare del tempo anche il loro incantesimo svanisce e rimane solo quell’amaro residuo di veleno destinato a permanere dentro noi stessi. Quella sensazione che non abbiamo vissuto, che abbiamo perso del tempo a crogiolarci in una menzogna, al posto di prendere in mano la nostra vita. Ed è così che quando incontra la ragazza accade qualcosa di straordinario, ed è reale. Nessun sogno, nessuna fantasia può competere con la vita vera. Lei lo salva dalla sua prigione, anche se solo per un attimo, lo eleva. Lui si innamora della ragazza e le apre il proprio debole e stanco cuore.
Quando attenderono insieme l’arrivo del promesso sposo di Nasten’ka lui dovette reprimere i propri sentimenti, ma quando questi non si presentò si aprì totalmente a lei. Perché nessuno può mantenere nascosto nel proprio cuore un sentimento così potente.
Ed è stato impossibile, per me, non sperare in un epilogo felice della vicenda ma quello a cui assistiamo è una delusione, pura malinconia, il frammentarsi di un futuro immaginato e sperato, un futuro che egli continuerà a sognare ma che non sarà mai, purtroppo, il suo.