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La caduta
 
La caduta 2019-12-18 20:50:21 siti
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
siti Opinione inserita da siti    18 Dicembre, 2019
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La requisitoria in confessionale senza etica né mo

Mi chiedo, dopo questa lettura, cosa avrebbe ancora scritto Camus, se la morte beffardamente anticipatrice , non lo avesse sottratto a tutti noi due anni dopo aver scritto questo testo . Mi chiedo se le sue visioni dell’uomo sarebbero diventate ancora più negative, e, al tempo stesso, anch’esse beffarde e sornione. Perché che qui, in fondo, ci abbia provato gusto, non me lo leva dalla mente nessuno, ha voluto giocare, dissimulare, intrattenere servendosi di un alter ego , Jean-Baptiste Clamence e, nello specchio della finzione letteraria, trasformare l’interlocutore dell’avvocato in tutti noi, i suoi lettori.
Il monologo/ requisitoria - d’ora in poi il lessico sarà quello prevalente nella giurisprudenza, con alcuni inserti riconducibili al cristianesimo- che l’avvocato parigino, ora giudice-penitente, intraprende con l’avventore borghese del bar di periferia di Amsterdam, quanto tiene nel sacco il suo indefinito ascoltatore, tanto tiene in pugno il lettore che si ritrova a desiderare di sentire ancora quella voce, di capire chi sia colui che parla e soprattutto di comprendere cosa vada dicendo. Il discorso, tra l’altro non è nemmeno racchiuso dentro l’unità di tempo, perché spezzato in una manciata di giorni e trasferito in diversi luoghi della città, quasi tutti esterni, per andare a culminare poi nell’appartamento dello stesso Jean-Baptiste Clamence, nell’ex ghetto ebraico, “nel luogo d'uno dei maggiori delitti della storia”.
Ma che ha da dire di così tanto pressante costui? Niente! Semplicemente si confessa, riconosce il limite della sua condizione umana e di riflesso di tutta l’umanità , di cui lui è un eccellente interprete rappresentandone un degno condensato. Certo che dalla sua parte pare avere, contrariamente a tutti gli altri, inteso alla perfezione quale possa essere la chiave di volta. Non resta che condividere la scoperta, perché essa sarà funzionale alla sua redenzione anche se ancora una volta sarà una scelta egoistica.
In un narcisistico e autoreferenziale atto liberatorio, egli potrà nuovamente porsi al traguardo di partenza, e, dotato della sua superiorità che gli deriva dal segreto, scalare le vette più alte dalle quali lanciare gli strali del suo giudizio.
“Il sentimento del diritto, la soddisfazione d'aver ragione, la gioia di stimarsi, caro signore, sono molle potenti per sostenerci o farci andare avanti. Gli uomini si trasformano in cani rabbiosi, se gliele togliete.”
Triste la condizione umana: i suoi esemplari si ritrovano a poter essere felici e ad avere successo a patto di condividere tale felicità e tale successo, solitudine e felicità non vanno di pari passo come sono incompatibili anche solitudine e successo. L’uomo si ritrova dunque felice solo se viene assolto dal consorzio umano che lo sottopone a giudizio e poiché è necessario questo passaggio ( giudizio- condanna- assoluzione) è di conseguenza un miserabile. L’uomo è dunque in un eterno Limbo.
Qualcuno può sfuggire al giudizio altrui? Qualcuno può vivere libero?Basterebbe uscire dal consorzio umano, sottrarsi al giudizio?
E la giustizia terrena che ruolo esercita?Dov’è la colpa? Qual è l’innocenza?Dove risiede veramente il giudizio?È possibile svincolarsene?Che posto avrebbe la coscienza in un atto umano di estrema ribellione al proprio giudizio ?
L’uomo non ha scampo: a nulla può l’etica , a niente vale la morale.

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La caduta, Durrenmatt
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Commenti

11 risultati - visualizzati 1 - 10 1 2
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siti
18 Dicembre, 2019
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Il titolo è monco nell'ultima parola, morale
Brava Laura, hai aperto le danze e hai lasciato begli interrogativi finali. Chissà se con le nostre prossime recensioni completeremo il quadro. Mi piace vedere come ognuno di noi abbia focalizzato un'interpretazione a in contemporanea risalta ancora di più.
Recensione inappuntabile e ricca di spunti di riflessione, Laura. Sono onorato di averti avuto come compagna di lettura!
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siti
19 Dicembre, 2019
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Non vedo l'ora di leggervi cari compagni di lettura!
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siti
19 Dicembre, 2019
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Giulio per me è stato un piacere e una fonte di utile confronto unirmi a questo gruppo, spero che ci sia futura occasione di condivisione con un altro Gdl, anche votando i titoli residui, io li ho procurati tutti e li leggerò a prescindere.
archeomari
19 Dicembre, 2019
Ultimo aggiornamento:
19 Dicembre, 2019
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Mi chiedo cosa avrebbe scritto Camus se fosse vissuto nell' era digitale. Avrebbe sempre pensato ad un avvocato dalla carriera brillante oppure ad una figura professionale più legata a questa in cui viviamo? Che opportunità di scrittura avrebbe sfruttato per trattare le ipocrisie, le tematiche che sono sempre le stesse perché umane , me lo sono chiesto spesso anche pensando ad altri grandi scrittori.
Bella recensione Laura, grazie per il tuo prezioso contributo! Un libro che da anni volevo leggere e che mi spingerà a rileggere/ leggere altre opere di Camus! Grazie
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archeomari
19 Dicembre, 2019
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Sicuramente! Sono già pronta!
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siti
19 Dicembre, 2019
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Grazie Marianna, siete davvero gentili, ci tengo a dire che l'esperienza di lettura condivisa ha amplificato non solo il piacere della lettura accompagnato da quello della scoperta ma, soprattutto, le infinite opportunità di lettura date dalla medesima opera...quando si parla di opera aperta, giusto per ricordare il grande Eco...
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siti
19 Dicembre, 2019
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Un influencer????ahahaha
Un autore che, letterariamente, sa scrivere. Ma che tristezza!
11 risultati - visualizzati 1 - 10 1 2

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