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Una perla affascinante
Amy disprezza la sua vita. Percepisce se stessa come diversa e non sente di appartenere con lo spirito al luogo dove vive. Ella è lontana come nessuno può comprendere. Amy ha trovato nello straniero che veniva dal mare un ancora per fuggire, per allontanarsi dai valori e dalle persone con cui passivamente ha vissuto la sua vita. Un allontanamento vissuto più nella sua immaginazione, sotto il mio punto di vista. Una distanza soprattutto mentale e psicologica nel cui mezzo si distende il mare, dalle profondità del quale è emerso lo straniero, descritto come un elegante uccello selvaggio disgraziatamente finito in gabbia. Egli vede in lei un cuore buono e generoso in grado di accogliere il suo, e si innamora della donna.
Ma io penso che Amy non si sia mai davvero innamorata di lui. Grazie alla sua immaginazione ha provato dei sentimenti verso una figura idealizzata da lei stessa, ma come ogni immagine anche questa è destinata a svanire. Amy è fragile, apatica e invisibile rispetto alle esperienze che la vita le offre. Non coglie la vita nel modo impulsivo, emotivo, affamato e vorace di lui. Vive per di più nella sua immaginazione ma si ritrova avvolta dalla solitudine, che solo l'immaginazione stessa nel suo caso può colmare. Alla fine forse non comprende più la distinzione tra le due, in quanto talmente abituata a colmare il reale con l'abbagliante immagine desiderata, ha scelto di vivere nella sua luce.
Dopo aver visto il film ed esserne rimasta affascinata, colpita dalla forza di questa storia, consiglio la lettura di questo breve ma comunque intenso romanzo. Una piccola perla degna di essere letta, in quanto densa di significati anche molto attuali.
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Inserisco subito il titolo nella lista dei desiderata.