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Agonia parte seconda
Agonia parte prima: l'America
Agonia parte seconda: il Castello
Agonia parte terza: il Processo
Il Castello, con la C maiuscola, poichè non dovete immaginare un placido castello sopra una collina, bensì un vero è proprio regno dotato di vita propria, di proprie leggi e soprattutto di una predilezione a sottomettere e far impazzire i propri sudditi.
Come sempre il buon Kafka decide che per il lettore deve essere una lenta agonia trovarsi al cospetto dei propri scritti.
Essendo egli un genio della letteratura riesce talmente tanto a far immedesimare chi legge i suoi romanzi con il proprio protagonista principale (come sempre con la K iniziale e spesso solo con questa lettera) che alla fine della lettura ci si sente proprio esausti, come se fossi davanti a una lenta e inesorabile agonia.
In questo romanzo, che per altro, è molto voluminoso, come le altre due agonie, il povero K, viandante si ritrova per sua enorme sventura in un villaggio, dal qual troneggia inaccessibile un Castello.
Il nostro eroe per una serie di sfortunatissime circostanze si troverà a dover fronteggiare il potere assoluto e autarchico di chi abita in quel castello.
Chiaro atto di accusa dello scrittore contro la ottusa, vergognosa e senza animo oppressione che il potere esercita contro i suoi sottoposti e sui cittadini.
L'agonia è lenta, implacabile, senza speranza. Come negli altri due romanzi citati, sin dalla prima pagina si entra in una dimensione da incubo, che poi sfocerà appunto nei disastri finali.
Io credo che il caro Kafka avesse degli incubi ricorrenti, una visione pessimistica e senza speranza che lo ha portato a scrivere, si dei capolavori, ma anche dei mattoni micidiali di angoscia e disperazione che si trasmettono inevitabilmente nel lettore.
Utilizza una tecnica, ben cara anche ai russi dell'ottocento, la descrizione minuziosa, dettagliata, precisa, sia del pensiero dei vari personaggi, sia dei luoghi in cui l'azione volge.
In questa maniera, ci si trova catapultati nella dimensione dello svolgimento dell'azione.
Si ha come la sensazione di essere proprio dentro al romanzo, fianco a fianco con i vari personaggi della storia.
Va da se, che se la trama è tragica e senza speranza, si provocherà un senso di angoscia e frustrazione che ci accompagnerà per tutta l'opera.
Quindi se avete un momento di malinconia, sconforto, depressione oppure vi è morto il canarino, ecco io eviterei questo romanzo.
Indicazioni utili
l'America