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Tedio e noia
Precursore dei tempi. Un libro che è riuscito nella non indifferente impresa, di uccidermi ogni fantasia di continuare la lettura del ciclo di romanzi denominati dallo scrittore del "Rougon-Macquart".
Praticamente agli albori del consumismo più sfrenato di massa, riservato naturalmente a chi ha le capacità economiche di stare appresso a mode e sfizi, l'autore inizia una filippica di caratteri epocali volta a metterci in guardia dai danni del consumismo.
Siamo nella Parigi dei lustrini e delle luci, dove interi quartieri, case, palazzi, strade vengono profondamente modificati, se non distrutti, per far posto appunto ai primi prototipi di centri commerciali.
Diciamo che di certo l'autore non ci va giù leggero, con le femmine e il maniacale impulso a comprare, spendere, riempire la propria vita di oggetti.
Difatti il così paventato "paradiso dello signore" del titolo, non è altro che un enorme fecondo ventre di un commercio infinito di oggetti, vestiti, profumi e tutto ciò che riempie le esistenze che non trovano altro che godimento nell'effimero.
Un libro che dall'inizio alla fine non fa altro che ripetere sempre gli stessi concetti. Come vedersi un paio di milioni di puntate di Beautiful e poi capire che dei protagonisti non è cambiato nulla, come se il tempo per loro facesse un baffo.
Ora dopo questa lavata di capo del nostro Zola, me ne guardo bene dall'andarmi a comprare un paio di scarpe nuove da ginnastica e anzi mi vado a prendere un buon libro con cui farmi compagnia nelle lunghe sere di solitudine romana.
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