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Vivere senza fretta
Oblomov non è un apatico, un rassegnato, un inetto, un derelitto.
Oblomov è solamente un mantenuto dal caso delle vita, che non dovendo lavorare, decide di prendersela comoda, di lasciare che il tempo fluisca, il mondo si scanni allegramente, mentre lui placidamente al mattino si mette le sue pantofole, sorseggia il proprio te, fa piccole passeggiate campestri e in qualche angolo del suo cuore coltiva anche una possibilità d'amore.
Abituati gli essere umani, dal tempo dei tempi a spaccarsi le corna correndo poi chissà a presso a che cosa, Oblomov capisce che tanto tutto è inutile. Che poi il conto arriva, sia se si è costruito castelli, sia se il massimo della propria vita è stato aprire barattoli da marmellata.
L'autore è un volpone, poichè apparentemente costruisce una figura che può apparire appunto folle, in quanto non ha ansie nella sua giornata. Non deve rendere di conto a nessuno e soprattutto non ha tempi scanditi da famiglia, lavoro, amicizie e occupazioni varie.
Il suo può sembrare un non vivere, eppure in questo modo di affrontare la giornata c'è come una pace interiore, un senso di appartenere a una èlite, una casta di privilegiati che mettono appunto se stessi, la propria tranquillita, il proprio tempo sopra a tutto.
Non cerca ricchezze, tanto per campare serenamente ne ha abbondantemente.
Non cerca amicizie e distrazioni nel gioco, nelle donne, nelle scommesse, nei viaggi.
Ha rispetto per tutti, professa gentilezza a chiunque ma appena sente solo lontanamente che può esserc i un mutamento nella routine quotidiana, si rifugia come una testuggine nel suo guscio.
Vita e morte accadranno come se nulla fosse, come è arrivato così andrà via, in punta di piedi, perchè tanto al destino nessuno sfugge.
Grande romanzo, che nasconde nelle pagine verità immortali, che sembra imperniato sulla arrendevolezza, ma invece semplicemente vuole portarci a patti con la realtà.
Anche oggi a distanza di tempo dalla seconda lettura, quando mi trovo su una metro, sto in mezzo a una folla impazzita, con il traffico che attanaglia, quando vedo la gente fremere e correre, penso al dolce Oblomov e capisco che era un genio del vivere bene,