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Fate un Monumento a questo Puro Genio
Quando penso a Resurrezione ho i brividi.
Ci sono così tanti passaggi, scene, immagini, discorsi potenti, assoluti, grandiosi che l'intera Opera è un inno alla bellezza e alla grandiosità della letteratura.
E' un libro di una tale, rara maestosità che mi viene pure difficile parlarne.
La scena del processo poi è un qualcosa di talmente sconvolgente, che spesse volte ho indugiato ad andare avanti.
Davanti a questo Principe vissuto nel bello, nell'effimero, nello sfruttamento delle altrui povertà all'improvviso gli si palesa tutta l'assurdità, la cattiveria e diciamolo francamente la dannosità della ricchezza che non permette più di vedere al di la del proprio godimento personale.
In un attimo la sua vita non ha più valore. Erompe nel suo petto la consapevolezza di essere un uomo perduto e di aver compromesso con la sua miserabile condotta, la vita di un altro essere.
Scene ripeto di una potenza devastante.
Come la marcia dei forzati sotto al sole.
Oppure l'incedere verso l'ignoto del protagonista per le regioni inesplorate dell'infinito, meraviglioso paese degli Zar.
Come scritto in altre occasioni, quando si apre un tomo scritto da Tolstoj, da Dostoevskij, Gogol, Checov, si entra nei meandri della mente umana.
Due elementi mi hanno sempre colpito e educato: la minuziosa descrizione dei luoghi in cui si svolge la narrazione, che fa si che davanti ai propri occhi si ha la Russia dell'epoca e soprattutto ci si trova per pura magia nella mente dei protagonisti, tant'è che essi appaiono come persone tangibili, presenti, che sono al nostro fianco durante la lettura.
"Resurrezione" posso dirlo senza paura di essere smentito lo si può tranquillamente avvicinare ad Anna Karenina e Guerra e pace.
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