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Il miglior Conrad
Dopo la lettura di "Tifone", un capolavoro per quanto riguarda la descrizione della potenza della natura e dei suoi fenomeni, mi sono ritrovato davanti a questa storia che brilla per motivi diversi.
Storia in buona parte autobiografica (o quantomeno ispirata a eventi e personaggi che hanno fatto realmente parte della vita dell'autore), "La linea d'ombra" è esattamente quello che promette il suo titolo, ovvero il momento in cui il nostro protagonista oltrepassa la sua personale linea d'ombra, ovvero quel confine che separa la giovinezza dall'età adulta. Con il suo solito stile inconfondibile, Conrad riesce a trasmetterci il malessere dei personaggi e del protagonista in particolare, riuscendo a mettere in risalto questo momento molto instabile della sua vita. Si percepisce infatti distintamente il graduale cambiamento che avviene nel suo animo, inizialmente volubile e tormentato, in seguito più deciso e controllato. Assisteremo dunque all'evento traumatico che determina il momento della maturazione di un uomo, che rappresenta un perfetto simbolo del passaggio che si trova ad affrontare ognuno di noi, chi prima e chi dopo.
Seppure questa storia possa lasciar presentire un'aria soprannaturale, come specifica anche lo stesso autore nella sua prefazione, non contiene in sé nulla che vada oltre i semplici misteri della vita, che possiede già fin troppi lati inspiegabili. Dunque non ci si aspetti una storia che indugi su strane presenze e affini, pur essendo pregna di mistero e di suggestione. Si rivedono anche, in alcuni tratti, le immense capacità dell'autore di descrivere gli ambienti e determinate situazioni, anche disperate.
Il protagonista è un marinaio che si è distinto per la sua competenza e capacità, che improvvisamente decide di lasciare il suo posto tranquillo su una nave, senza un apparente motivo. Si ritrova dunque ad affrontare un periodo delicato dove un uomo non è più sicuro di quello che ha, di quello che vuole, e si ritrova a fare delle scelte che possono essere condivisibili o meno, ma che alla fine si rivelano necessarie per la maturazione. Dunque decide di lasciare il suo posto tranquillo per tornare a casa; tuttavia, si ritrova travolto da una serie di eventi casuali che lo travolgeranno e lo porteranno a ritrovarsi capitano di un veliero. Una svolta irrinunciabile che lo porterà ad affrontare un'avventura che richiederà fermezza e sangue freddo, su di una nave orfana del suo capitano, morto a causa della sua pazzia, con la quale ha contagiato anche il suo secondo e il cui ricordo avvolge la nave in un'aura di fatalità.
Il primo viaggio da capitano del protagonista (che in fondo è proprio il nostro Conrad) è assolutamente un'esperienza da non perdere.
"[...] e il tempo pure procede - finché si scorge di fronte a sé una linea d'ombra, che ci avverte che bisogna lasciare alle spalle anche la regione della prima gioventù."
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Commenti
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sì, io credo sia piuttosto diverso, e devo dire anche che l'ho apprezzato di più. Se ti piace Conrad, te lo consiglio!
Vale.
Da parte mia, mi segno il titolo che hai citato. :)
Vale.
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