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I Buddenbrook
 
I Buddenbrook 2019-06-17 10:29:07 ferrucciodemagistris
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    17 Giugno, 2019
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Decadenza e pessimismo

Un poderoso e profondo romanzo scritto, a soli ventisei anni, da colui che è poi diventato pilastro portante per la letteratura del novecento tedesca e internazionale.

Ambientato a Lubecca, città anseatica tedesca, tra il 1835 e il 1877, descrive dell’ascesa e del declino di una agiata famiglia di commercianti di cereali appartenenti all’alta borghesia locale attraverso quattro generazioni.

L’impianto del romanzo è tipico dell’ottocento comprensivo del quadro storico correlato ma che influenza solo in maniera marginale l’ambiente familiare.

Con uno stile appropriato e complesso, si narrano tutti gli accadimenti e le vicissitudini di tanti personaggi che fanno da cornice ai protagonisti principali che si identificano con Thomas (Tom) Buddenbrook, appartenente alla terza generazione insieme alla sorella Antonie (Tony).

La narrazione è particolareggiata e va a fondo delle variegate psicologie dei personaggi mettendo in luce le diverse visioni di pensiero e gli atteggiamenti individuali in relazione a scelte indirizzate a salvaguardare la ditta di famiglia. Il virtuosismo, il rancore, il senso di superiorità, il pessimismo, l’onorabilità sono sentimenti che si intrecciano e convivono insieme a forme di rilassatezza e desideri di cambiamenti sostanziali di vita.

Una nota che mi ha colpito è l’interessamento da parte di Tom verso il pensiero di Schopenhauer, al fine di dare risposta ai suoi dubbi sul’insicurezza e alla visione pessimistica del futuro.

Come già scritto, il romanzo è molto dettagliato, le descrizioni sono profonde e accuratamente articolate; le molteplici forme caratteriali forniscono una visione d’insieme dell’albero genealogico dalle attività del capostipite iniziate nel 1835 fino alla decadenza per l’ultima generazione nel 1877.

Un romanzo corposo ma utile e anche affascinante negli aspetti dei rapporti interpersonali.

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Commenti

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Rimando questo romanzo da troppo: prenoto in biblio. Grazie Feruccio e bravo, bel commento.
Bellissimo esordio. Ciao!
Ferruccio, anche a me questo libro è piaciuto molto.
Mi ha stupito la conclusione, con un salotto pieno di donne, superstiti di un'ampia famiglia. E dire che siamo in una società borghese maschilista. A pensarci bene, però, nella rappresentazione che ne fa Mann, essere maschi significava affrontare una vita difficoltosa. Tony, descritta come un po' sciocca, anche nelle sue burrasche , vive in modo abbastanza deresponsabilizzato. Il giovane Hanno paga lo scotto perché ama la musica ; sua madre vive di musica e va bene così.
In risposta ad un precedente commento

18 Giugno, 2019
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Ciao Emilio; effettivamente Mann indirizza il senso di responsabilità ai maschi della famiglia. Certo l’unico che si preoccupa eccessivamente ed è anche pessimista è solo Tom; poi la sorella Tony, vanesia e in certi frangenti presuntuosa e sprezzante, cerca con tutte le sue forze di mantenere il potere antico della famiglia sia dal punto di vista economico che morale; il fratello Christian ha un ruolo marginale, quasi un nullafacente che ha altre idee per la testa. Infine l’ultImo erede maschio Hanno, gracile e cagionevole, ha la passione per la musica come la madre Gerda; di conseguenza nessuno riesce a salvare la grande ditta di cereali e quindi la maestosa stirpe. Un cordiale saluto. Ferruccio
Ciao Emilio; effettivamente Mann indirizza la responsabilità alla componente maschile della famiglia; in particolare è Tom colui che porta il peso della ditta e, si impegna e si sacrifica affinché la stessa possa proseguire in maniera decisa e con interessi economici sempre in positivo. D'altro canto sia la sorella Tony, vanesia e presuntuosa che vuole solo apparire come una ricca nobildonna, e l'altro fratello Christian, di poca volontà e nullafacente che non si interessa al progresso della ditta, entrambi non sono all'altezza della situazione socio-economica sempre più delicata. Per ultimo il gracile e cagionevole Hanno ha idee che lo allontano dallo spirito commerciale imprenditoriale preferendo la musica come la madre Gerda. Penso, in sintesi, che il pessimismo sia stata la principale causa della decadenza di questa importante famiglia di Lubecca. Cordialmente. Ferruccio
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