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Decadenza e pessimismo
Un poderoso e profondo romanzo scritto, a soli ventisei anni, da colui che è poi diventato pilastro portante per la letteratura del novecento tedesca e internazionale.
Ambientato a Lubecca, città anseatica tedesca, tra il 1835 e il 1877, descrive dell’ascesa e del declino di una agiata famiglia di commercianti di cereali appartenenti all’alta borghesia locale attraverso quattro generazioni.
L’impianto del romanzo è tipico dell’ottocento comprensivo del quadro storico correlato ma che influenza solo in maniera marginale l’ambiente familiare.
Con uno stile appropriato e complesso, si narrano tutti gli accadimenti e le vicissitudini di tanti personaggi che fanno da cornice ai protagonisti principali che si identificano con Thomas (Tom) Buddenbrook, appartenente alla terza generazione insieme alla sorella Antonie (Tony).
La narrazione è particolareggiata e va a fondo delle variegate psicologie dei personaggi mettendo in luce le diverse visioni di pensiero e gli atteggiamenti individuali in relazione a scelte indirizzate a salvaguardare la ditta di famiglia. Il virtuosismo, il rancore, il senso di superiorità, il pessimismo, l’onorabilità sono sentimenti che si intrecciano e convivono insieme a forme di rilassatezza e desideri di cambiamenti sostanziali di vita.
Una nota che mi ha colpito è l’interessamento da parte di Tom verso il pensiero di Schopenhauer, al fine di dare risposta ai suoi dubbi sul’insicurezza e alla visione pessimistica del futuro.
Come già scritto, il romanzo è molto dettagliato, le descrizioni sono profonde e accuratamente articolate; le molteplici forme caratteriali forniscono una visione d’insieme dell’albero genealogico dalle attività del capostipite iniziate nel 1835 fino alla decadenza per l’ultima generazione nel 1877.
Un romanzo corposo ma utile e anche affascinante negli aspetti dei rapporti interpersonali.
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Commenti
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Mi ha stupito la conclusione, con un salotto pieno di donne, superstiti di un'ampia famiglia. E dire che siamo in una società borghese maschilista. A pensarci bene, però, nella rappresentazione che ne fa Mann, essere maschi significava affrontare una vita difficoltosa. Tony, descritta come un po' sciocca, anche nelle sue burrasche , vive in modo abbastanza deresponsabilizzato. Il giovane Hanno paga lo scotto perché ama la musica ; sua madre vive di musica e va bene così.
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