Dettagli Recensione
Verità
Albertine e Fridolin sembrano una normale coppia coniugale della borghesia viennese di fine Ottocento; conducono una vita agiata e apparentemente tranquilla.
Una sera, però, messa a letto la figlioletta e congedata la governante, marito e moglie si confessano vicendevolmente di aver provato attrazione per degli sconosciuti durante un ballo in maschera cui avevano preso parte la sera precedente; a queste prime confessioni ne seguono altre, simili nei contenuti, a proposito di fatti risalenti all’estate precedente, quando la coppia si trovava in villeggiatura all’estero. Queste reciproche rivelazioni turbano nel profondo i due coniugi, i cui animi vengono segretamente solleticati dal desiderio di abbandonare i costumi borghesi per indossarne di nuovi, slegati da qualsivoglia morale sociale, e che consentano loro di assecondare le proprie fantasie proibite, “vendicando” i reciproci tradimenti; tale desiderio, però, rimarrà tale - potenza che non diventerà atto, per dirla con Aristotele.
Il titolo di questo breve romanzo, “Doppio sogno”, costituisce - il lettore se ne avvedrà a lettura ultimata - la chiave per interpretare queste pagine: mentre Fridolin, il marito, rincorrerà il piacere nel mondo reale, Albertine, la moglie, lo troverà in quello onirico. Di qui, appunto, l’importanza del titolo, che apre le porte ad un elegante dilemma: quali fattori danno struttura alla nostra identità? ”Realtà” coincide con “verità”? O parte della realtà giace in una dimensione trascendente, estranea al mondo reale?
“‘La realtà di una notte, anzi la realtà di un’intera vita umana, non ne rappresentano la più intima verità.’ ‘E nessun sogno’, disse lui con un lieve sospiro, ‘è interamente sogno.’”