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una rossa matassa da sbrogliare
Ho gustato diverse edizioni di quest’opera e vi consiglio di procuravene una illustrata, come quella che ho letto io, edizione BUR (1995) con le illustrazioni di George Hutchinson.
È l’opera fondamentale per conoscere l’origine dell’amicizia e della collaborazione tra Sherlock Holmes e il dottor John H. Watson. Quest’ultimo costituisce la voce narrante delle opere che riportano le avventure del famoso detective privato: noi infatti leggiamo i suoi ricordi, le sue memorie e solo raramente il suo racconto viene interrotto.
Ci imbattiamo all’inizio proprio nel dottor Watson, che, dopo l’esperienza di medico militare dell’esercito britannico in Afghanistan, torna a Londra, solo, senza familiari, alla ricerca di un appartamento in città che sia decoroso, ma non troppo costoso.
Ed è così che conosce Sherlock Holmes, questo strano “studente in medicina”, tramite un conoscente comune che li fa incontrare. Insieme Sherlock Holmes e il dottor Watson prenderanno in affitto, dividendone le spese, un appartamento al numero 221B di Baker Street: quella sarà la strada più nominata in tutti i libri del famoso detective, sarà il suo studio dove riceverà i suoi clienti provenienti da ogni estrazione sociale, da quella più semplice e umile a quella più altolocata, nobiluomini e nobildonne titolati compresi, tutti accomunati dalla sollecitudine, dalla premura, dall’ansia di esporre a Sherlock Holmes i propri problemi, i propri drammi irrisolti che tormentano la loro vita. Ho trovato molto interessante questo libro per varie motivazioni, in primis, il modo in cui viene presentato il detective, questa figura affascinante : un uomo dall’acume geniale, dall’interesse non coronato da studi di medicina “regolare”, ma dalle profonde conoscenze in campo scientifico, in particolare la chimica, l’anatomia, un uomo che però ha anche terribili lacune in campo artistico e letterario che faranno inorridire il suo compagno di avventure.
Sherlock Holmes è capace di attività frenetica ed instancabile quando la sua mente è applicata a risolvere qualche spinoso caso “poliziesco”, ma anche di deprimente apatia nei momenti di inattività. Lo stupore del dottor Watson è sincero quanto la sua ammirazione verso quest’uomo che dice di aver inventato il proprio lavoro, che è quello di essere una sorta di “consulente “ della polizia, l’ultima corte di appello cui si rivolge Scotland Yard quando non riesce a far luce su alcuni casi (prendendomene poi tutti i meriti ufficiali, una volta risolti grazie a lui).
Come mai questo titolo? Ce lo dice proprio Sherlock Holmes :
“Uno studio in rosso, eh? Perché non trovargli un bel titolo, a questa storia? Nell’ incolore matassa della vita corre il filo rosso dell’omicidio, ed è nostro dovere sbrogliarlo, isolarlo, esporlo in tutta la sua interezza”.
Al lettore scoprire il contenuto di questo libro, anche perché nella seconda parte , si cambia totalmente registro, si interrompono le memorie di Watson, ci spostiamo nello Utah, in America e una bellissima storia, sempre collegata al caso da risolvere, vi aspetta. Buona lettura!