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Pura poesia in prosa
Un pilota di aerei, precipitato nel deserto del Sahara, sta cercando di riparare il guasto quando incontra un bambino che gli chiede di disegnargli una pecora. Stupito dalla richiesta, il pilota inizia a parlare col bambino.
Poco alla volta, emerge che il ragazzino è un Piccolo Principe proveniente dal minuscolo asteroide B612, in cui abita insieme ad una piccola e vanitosa rosa. In questo asteroide il terreno è infestato di semi di baobab: frequentemente spuntano piccole piantine che il Principe deve continuamente estirpare, per evitare che crescano troppo e invadano l’asteroide con le loro radici. Un giorno, dal terreno era spuntata una delicata piantina di rosa che, fin dall’inizio, aveva manifestato molta vanità ed un carattere scorbutico: il Piccolo Principe si era da subito preso cura di lei, proteggendola dal vento e dal freddo, ma soffrendo per via del suo brusco carattere, fino a decidere di partire e lasciarla sola. Così, ora il Piccolo Principe ha un disperato bisogno di una pecora, che divori gli arbusti di baobab prima che possano soffocare il suo pianeta: temendo, però, che la pecora possa mangiare la sua rosa, chiede al pilota di disegnare anche una museruola per l’animale!
Il Piccolo Principe racconta il viaggio nello spazio che lo ha portato fino alla Terra, compresi gli strani personaggi incontrati in ogni tappa. Sull’asteroide B625 viveva un vecchio re solitario che dava soltanto ordini ragionevoli, così da essere sempre ubbidito. Sul pianeta vicino, viveva un vanitoso che voleva sempre essere ammirato. Proseguendo nel viaggio, il Piccolo Principe aveva incontrato un ubriacone, che addirittura beveva per dimenticare la vergogna di bere! Poi un uomo d'affari, che passava i giorni a contare le stelle credendo fossero tutte sue. Sull’asteroide B628 c’era un lampionaio, che accendeva e spegneva il lampione del suo pianeta ogni minuto. Infine, sul pianeta B630, un geografo lavorava ad una cartina geografica senza avere alcuna idea di come fosse fatto il suo pianeta, poiché non disponeva di esploratori da mandare in giro a studiare il territorio. Proprio il geografo aveva consigliato al Piccolo Principe di visitare la Terra, sulla quale il bambino era finalmente giunto.
Da ogni bizzarro personaggio, il Principe aveva imparato qualcosa sui vizi delle persone adulte: provava un briciolo d’ammirazione solo per il lampionaio, l'unico a non svolgere un lavoro solo per se stesso.
Il suo primo incontro, nel deserto del Sahara, era stato con un serpente giallo. Proseguendo il viaggio, il Piccolo Principe aveva trovato una gran quantità di roseti: aveva così scoperto che il suo scontroso fiore non era affatto, com’egli credeva, l’unica rosa dell’universo e ne era rimasto deluso.
Di lì a poco era comparsa una volpe, che gli aveva chiesto di essere addomesticata per poter diventare sua amica: “Se vuoi un amico, addomesticami“, gli dice, seppur “…si arrischia di piangere un poco, se ci si è lasciati addomesticare. “. La volpe aveva parlato a lungo col Piccolo Principe, spiegandogli la sua concezione dell’amicizia e dell’amore. Seguendo i discorsi della volpe, il Principe aveva compreso che la sua rosa non era speciale poiché unica nell’universo, ma lo era diventata perché era l’unica che lui amasse e alla quale aveva dedicato tanto tempo con sincero affetto: “È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. Capito il profondo sentimento per il suo fiore, il Piccolo Principe s’era deciso a tornare da lei. Prima di salutarsi, la volpe gli aveva rivelato anche il suo segreto per trovare amore e amicizia: “Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi”.
Giunto ormai l’anniversario del suo arrivo sulla Terra, il Piccolo Principe si sente solo: “Si è un po' soli nel deserto...si è soli anche con gli uomini“. Ma, nella sua saggezza ingenua e profonda, capisce di voler tornare dalla sua rosa: “Solo i bambini sanno quello che cercano. Perdono tempo per una bambola di pezza e lei diventa così importante che, se gli viene tolta, piangono.” Separandosi dal pilota, con un gesto che non mancherà di suscitare commozione nel lettore (non è spoiler!), il Principe gli lascia il suo sorriso, la sua concezione dell’amicizia e dell’amore ed un mare di stelle da guardare: lassù, da qualche parte, ancora oggi il Piccolo Principe si starà prendendo cura della sua rosa.
Libro profondo, in più parti commovente, che racconta i sentimenti universali con naturalezza e semplicità. Piacevolissima lettura per i bambini, intensa scoperta da adulti. L’autore ci guida, con le parole del Piccolo Principe, a riscoprire cosa sia davvero essenziale nella vita, con delicate immagini e parole libere dai preconcetti e dalle sovrastrutture degli adulti che, per riscoprire se stessi, dovrebbero leggerlo almeno una volta nella vita: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano)”.
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