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Il non principe azzurro
Con questo libro Mann ha mischiato i suoi contenuti realistici con descrizioni precise accurate di luoghi e di personaggi mischiandoli abilmente con alcuni dei contenuti delle favole classiche. Ne è uscito qualcosa che non è fiabesco e che difficilmente può essere inserito in una cronaca fedele della realtà. Ci racconta di un principe, che però è tutt'altro che azzurro: è il figlio cadetto e quindi gli tocca solo l'attività di sostituto in pubblico del fratello debole di salute. In apparenza incarna l'immagine del bel principe che sognano le ragazze, ma in realtà ha una menomazione a una mano che ha imparato a nascondere fin da piccolo. Vive sì in un castello, ma in modo ben poco principesco. un regno gestito male dai suoi predecessori gli ha portato in eredità molti debiti, mobili tarlati e giardini ricchi di erbacce. Infine si innamora di una principessa tutto meno che Bella Addormentata, Cenerentola, Biancaneve o altra fiabesca ragazza . In definitiva un mondo che vorrebbe essere ancora ovattato e quasi inutile come quello che si incontra nelle fiabe, ma che deve per forza di cose scontrarsi con il mondo moderno. Sarà la principessa arrivata da oltreoceano a svegliare questo immaginario regno tedesco dal suo torpore? O forse le doti a cui mirano il marito e i dignitari del regno non sono l'intelligenza e la cultura, ma piuttosto quelle che suo padre custodisce gelosamente in banca?
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Benché ami la scrittura di Mann da rileggere alcune sue opere bellissime (come "I Buddenbrook" e "La montagna incantata), non ho mai letto quest'opera per un po' di diffidenza dovuta al 'mescolamento' di cui parli.
Però la tua recensione mi ha incuriosito, e il libro m'è parso dotato di un carattere emblematico interessante.