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Ironia sui totalitarismi
Il racconto si svolge in un periodo imprecisato, in una fattoria piena di animali parlanti governata dal burbero signor Jones.
Una sera, Vecchio Maggiore, un saggio maiale rispettato da tutti, racconta agli animali della “Fattoria Padronale" un suo sogno, in cui gli animali sono liberi dal giogo dell'uomo, artefici del proprio destino: d’altro canto, “l’uomo è l’unica creatura che consumi senza produrre. Non dà latte, non depone uova, è troppo debole per tirare l’aratro, non corre abbastanza per catturare un coniglio”. Vecchio Maggiore convince tutti e insegna loro un inno intitolato “Bestie d'Inghilterra”, dove si profetizza un futuro di libertà.
Il signor Jones, ormai un alcolista, cura poco la fattoria, finché un giorno dimentica di dare il cibo alle bestie. Gli animali assaltano i magazzini, mentre Jones e i suoi aiutanti si scagliano contro di loro. Gli animali combattono e scacciano gli umani dalla fattoria, ribattezzandola "Fattoria degli Animali".
Napoleone e Palladineve, i maiali più scaltri, sono gli unici a saper leggere e scrivere, così che assumono il controllo e decretano le nuove regole, riassunte in sette comandamenti scritti su un muro. Tra essi, si afferma l’uguaglianza tra tutti gli animali e la proibizione di assumere i tipici comportamenti umani, come ubriacarsi, gozzovigliare, dedicarsi al commercio, ecc… . I maiali, gli unici a saper leggere insieme all’asino Beniamino, emergono presto come burocrati sfruttatori e, osteggiando la loro superiorità culturale, si impongono con cupidigia sugli animali più semplici e ingenui. “Dall’esterno, le creature volgevano lo sguardo dal maiale all’uomo, e dall’uomo al maiale, e ancora dal maiale all’uomo: ma era già impossibile distinguere l’uno dall’altro”.
Napoleone e Palladineve sono spesso in disaccordo sulle attività da fare e sulla gestione della fattoria: in particolare, lo scontro si accende sulla costruzione di un mulino e termina con la cacciata di Palladineve.
Pian piano, i maiali assumono comportamenti sempre più simili agli umani: intraprendono commerci con i vicini, dormono nei letti, bevono whisky, indossano abiti eleganti … Analoghi trattamenti di favore spettano ai loro devoti seguaci, i cani. Alle richieste di chiarimento da parte degli altri animali, i maiali rispondono rileggendo i sette comandamenti sul muro, che stranamente risultano sempre modificati rispetto all’originale che le bestie ricordavano! Solo Beniamino comprende tutto, ma scuote la testa e tace.
La vicenda evolve in modo tutto sommato prevedibile, considerando che l’intero libro è un’allegoria dei regimi totalitari in cui facilmente si possono individuare vari soggetti: i teorici, i capi feroci, gli esiliati, la macchina mediatica, la gente comune che subisce in silenzio, l’austera e indifferente aristocrazia, gli intellettuali (di cui, alcuni, asserviti al potere). Lo stile di narrazione, veloce e ironico, rende piuttosto piacevole la lettura.
Gli ideali di uguaglianza e fraternità proclamati al tempo della rivoluzione vengono ironicamente riassunti in un unico comandamento che sostituirà gli altri sette: “Tutti gli animali sono uguali… ma alcuni sono più uguali degli altri”.