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Ogni lettore è un sognatore
“Le notti bianche” e “La cronaca di Pietroburgo” sono due opere giovanili di Dostoevskij, pubblicate alla fine degli anni Quaranta dell'ottocento e raccolte dalla Feltrinelli in un unico volume, arricchito dalla presenza di alcuni contenuti extra, come la postfazione ad opera della stessa traduttrice, alcune note utili ad ottenere un chiaro quadro storico e una breve biografia dell’autore che evidenzia come sia stato sempre molto influenzato dalle sue esperienze personali nell’ideazione e nella stesura di romanzi e racconti. Mi sento quindi di consigliare caldamente questa edizione tra le molte disponibili in italiano, anche per la traduzione aggiornata e gradevole.
“Le notti bianche” è un breve racconto con protagonista un anonimo sognatore, figura emblematica per il giovane Dostoevskij, ossia una persona vittima delle sue stesse fantasticherie che sovente si estranea dalla realtà ed immagina nella sua mente storie fantastiche, partendo da elementi quotidiani
«-[...] Ah, se sapeste quante volte in tal modo [sognando] mi sono innamorato!…
-Ma com’è possibile, di chi mai?
-Ma di nessuno, di un ideale, di colei che si vede in sogno. Nei sogni costruisco romanzi interi.»
per poi soffrire amaramente quanto è costretto a tornare bruscamente nel presente, interrotto ad esempio dall’arrivo di un conoscente.
Una sera questo schivo sognatore, abituato a parlare più con gli edifici di Pietroburgo che con le persone che la abitano, incontra una fanciulla in lacrime che soccorre da un’aggressione ed accompagna a casa. I due si rincontreranno per le successive tre notti, durante le quali giungeranno in modo quasi istintivo a confidarsi le rispettive sofferenze: lui prigioniero in un piano onirico ed incapace di stringere legami convenzionali, lei è un’orfana affidata alle cure della nonna cieca ed afflitta da un difficile amore a distanza.
Proprio come se si trattasse di una delle sue fantasticherie, il protagonista si innamora della giovane Nasten’ka ed arriva a sperare di coronare il suo sogno, per essere poi riportato ancora una volta alla cruda realtà quando lei rincontra l’amato. Il sognatore è però avvezzo a simili lezioni di vita, come si esprime in questa frase ripetuta
«-[...] Sono lacrime, s’asciugheranno!»
e l’autore mantiene comunque una sorta di positività anche nell’infelice epilogo, concretizzata da un bacio d’addio tra i due protagonisti.
A collegare questa novella a “La cronaca di Pietroburgo” è in primis questa città, che in entrambe le opere viene descritta come una persona in carne ed ossa, con le proprie peculiarità ed un carattere quasi umano
«[...] quando l’intera Pietroburgo s’era alzata in piedi e all’improvviso se n’era andata in villeggiatura.»
«Ogni estate, per divertirsi, [Pietroburgo] si concentra su qualcosa; forse già ora sta ideando cosa fare l’inverno a venire.»
ma anche il ripresentarsi del concetto del sognatore, anzi la sua prima apparizione dal momento che “Le notti bianche” venne pubblicare l’anno successivo a “La cronaca di Pietroburgo”.
In concreto, questa cronaca è una raccolta di cinque feuilletons che Dostoevskij scrisse per il giornale “Gli annali di San Pietroburgo”; questi articoli avevano principalmente lo scopo di informare i lettori circa le novità cittadini in ambito di spettacoli teatrali e pubblicazioni letterarie, ma servirono all’autore per abbozzare alcuni suoi progetti narrativi e, soprattutto, illustrare nel dettaglio la figura del sognatore poi ripresa ne “Le notti bianche”
«-[…] Sapete che sono già costretto a festeggiare l’anniversario delle mie sensazioni, l’anniversario di ciò che prima era così caro, di ciò che in sostanza non era mai accaduto […]»
«Ci sono sognatori che arrivano a festeggiare anniversari con le loro sensazioni fantastiche. Spesso prendono nota della data del mese in cui sono stati particolarmente felici e in cui la loro fantasia ha assunto una forma particolarmente piacevole […]»
Alcuni passaggi delle due opere sono addirittura uguali, come la rappresentazione della città di Pietroburgo come una giovane donna tisica che, con l’arrivo della primavera, sembra rimettersi in salute ed acquisire bellezza, per poi tornare al suo quotidiano grigiore con l’approssimarsi dell’inverno.
Trovo quindi sia stata un’eccellente scelta pubblicare assieme queste due opere, fornendo così un quadro più completo al lettore ed evidenziando la continuità nei concetti presentati in entrambe.
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