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occasione perduta..per non intervenire
Un gruppo di esploratori inglesi parte alla volta del Rio delle Amazzoni per smentire una scoperta che se vera avrebbe dell'eccezionale, ma che per il momento ha solo coperto di ridicolo il professor Challeger, che se ne fa portavoce. Inviati dalla società inglese di zoologia sono oltre al noto scienziato, anche un suo collega, del tutto scettico sull'utilità del viaggio, un giovane giornalista che dovrà occuparsi del diario di viaggio e un noto atleta dedito a imprese sportive estreme. Il libro ci racconta la cronaca del viaggio e soprattutto l'arrivo nel luogo dove si dovranno svolgere le immagini. Luogo che pare sia passato indenne attraverso i millenni e abbia conservato in vita vari esemplari di dinosauro. Non solo quel mondo perduto viene trovato, ma svela ai quattro sorprese ben al di là di quanto si sarebbero potuti immaginare. Tuto quel microcosmo: insetti, animali e umani che ci vivono tentano i di neutralizzarli e di evitare che l'uomo moderno faccia quanto gli riesce meglio: impicciarsi in equilibri che funzionano benissimo da soli anche se non rispondono ai suoi ideali etici. In questo Doyle non fa altro che descrivere lo spirito ancora in voga tra gli scienziati di inizio '900 . Si tratta dell'idea di dominare, più che di convivere, di catturare, più che di preservare di distruggere invece di osservare e studiare.
Quindi: tema che ho trovato interessante e anche attuale perché mi sembra che anche se mascherata dietro a tante dotte disquisizioni la voglia di colonialismo ancora imperversi. Il libro del 1912, però sente abbastanza i suoi anni e a tratti è di difficile gestione. Infinite descrizioni rendono la prosa abbastanza pesante e sono solo marginalmente alleggerite da alcune descrizioni ironiche e acute dei personaggi.