Dettagli Recensione
Inquietanti presenze...
“Il giro di vite” di Henry James rende chiara ed evidente l'idea che un grandissimo scrittore non deve fare tutto: quando scrive deve saper lasciare la metà dell'azione al lettore che leggerà il testo. So che è un'affermazione un po' banale e scontata, dopo che fiumi d'inchiostro di critici letterari hanno scandagliato l'opera in ogni sua parte. Eppure, secondo il mio modesto parere, la grandiosità di James e de “Il giro di vite” sta semplicemente qui: esiste una storia, una narrazione che funziona nel suo significato letterale, ma esistono anche molte altre interpretazioni che ogni semplice lettore può fare leggendo questa storia: saranno giuste? Saranno sbagliate? Chissà. La magia della scrittura si rinnova ogni volta nel pensiero di chi sta leggendo.
Un gruppo di amici sta trascorrendo i giorni delle feste natalizie riunito in una vecchia casa, passando il tempo a raccontarsi storie insolite ed agghiaccianti. Uno fra questi amici, Douglas, ne riporta una che gli era stata regalata dalla stessa protagonista che l'aveva vissuta: un'istitutrice bella ed intelligente. La donna, quando era ancora piuttosto giovane ed inesperta, aveva risposto ad un annuncio di richiesta di lavoro: un gentiluomo molto attraente le aveva chiesto di andare a fare l'istitutrice per due suoi nipoti rimasti orfani, un maschio e una femmina, nell'aperta e solitaria campagna inglese. L'uomo le ricorda che se avesse accettato il posto non avrebbe dovuto disturbarlo con gli eventuali problemi che si sarebbero potuti presentare: avrebbe dovuto assumersi tutta la responsabilità del ruolo accettato senza chiedere più il suo aiuto. La giovane istitutrice, un po' turbata per la strana richiesta, accetta e si reca nella tenuta di campagna, a Bly.
Appena arrivata conosce la piccola Flora, una bambina deliziosa ed apparentemente perfetta; tutto sembra andare bene ma una strana e sinistra inquietudine si impadronisce dall'istitutrice e voce narrante del racconto. Intanto il fratello di Flora, Miles, arriva preceduto da una strana lettera nella quale si spiega che il bambino è stato espulso dalla scuola, senza fornire spiegazioni dettagliate sull'accaduto. Ma come è possibile? Sembra così virtuoso e gentile!
Mentre trascorrono i giorni in questa irreale perfezione che nasconde sinistri presagi, l'istitutrice, una sera, passeggiando e sognando di rivedere il bel gentiluomo zio dei suoi protetti, ha una visione tremenda e scioccante. Vede un uomo, certamente non quello che avrebbe voluto vedere, che la sta fissando con insistenza. La narratrice è sconvolta dalla paura: chi è quell'uomo? E' un essere vivo oppure no? E che cosa vuole dal piccolo Miles? Ma le strane apparizioni non sono finite qui ed interesseranno anche la sorellina, Flora. I bambini sono in pericolo? Chi è che vuole fare loro del male? Degli esseri ormai morti che vogliono corrompere le loro anime? E l'istitutrice riuscirà a proteggerli e a salvarli?
Preferisco fermarmi qui e non rivelare tutta la trama del romanzo, nel caso ci fosse qualcuno che ancora non lo ha letto. Infatti è sicuramente un testo che si presta a più interpretazioni ma può essere inizialmente gustato come un racconto di fantasmi. Durante e dopo la lettura affioreranno i dubbi, le perplessità, le differenti spiegazioni: chiuso il libro, continuerete a pensarci per un bel po'.
Buona lettura.
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