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Ho notato solo io le citazioni fiabesche?
"Jane Eyre" è un romanzo di formazione, nonché quella che può essere considerata senza dubbio l'opera più famosa di Charlotte Brontë. A dispetto del suoi oltre 170, il titolo risulta ancor oggi attuale e piacevole, ed ha il merito di aver dato vita ad uno dei personaggi più affascinanti di cui abbia mai letto.
Il romanzo si presenza infatti come l'autobiografia -dettaglio che da spunto al titolo originale- dell'istitutrice Jane Eyre, dall'infanzia fino all'età adulta. La vita della protagonista è degna di una novella Cenerentola: rimasta orfana da bambina, viene affidata alla famiglia del ricco zio Mr Reed, il quale muore a sua volta poco dopo, cosicché la piccola Jane si ritrova ospite indesiderata nella casa dell'arcigna zia, dove subisce le angherie sue e dei cugini, in particolare del perfido John. La prima caratteristica di Jane che salta all'occhio è il suo coraggio nel ribellasti a questi abusi e nel rispondere a tono anche agli adulti
«[...] devo odiare quelli che, qualunque cosa faccia per compiacerli, continuano ad odiarmi, devo oppormi a quelli che mi puniscono ingiustamente.»
mettendo subito in chiaro che non accetta di subite passivamente ma pretende invece di essere trattata con rispetto a prescindere dalla sua umile condizione.
La trama segue poi l'infanzia e l'adolescenza di Jane in un collegio dove sarà poi anche docente, e si renderà così conto della propria vacazione per l'insegnamento. Proprio il lavoro di istitutrice la porterà a Thornfield Hall, prima tappa nel suo viaggio di crescita e scoperta delle proprie origini.
Senza svelare ulteriori dettagli sulla storia, vorrei segnalare come la trama sia un'eccellente combinazione tra la storia d'amore contrastata, con un lui abbiente ed una lei povera, che caratterizza gran parte della produzione di Jane Austen, e il mystery gotico, con delle scene che rasentano il thriller, tipico invece della sorella di Charlotte, Emily Brontë, come si può riscontrare nel suo "Cime tempestose". Personalmente ho adorato questo mix che prende il meglio da entrambe le autrici per dar vita ad una storia originale.
Se pensiamo poi che questo romanzo è stato pubblicato nel lontano 1847, risulta subito evidente come le idee di Jane, e quindi della stessa Brontë, fossero estremamente innovative per quei tempi. Durante tutto il romanzo, la protagonista dimostra un'indole forte e determinata che le impone di scegliere da sola il proprio destino
«”Vi ho detto che sono indipendente, signore, così come ricca: sono padrona di me stessa."»
così come di riflettere in più frangenti sulla condizione delle donne in generale, puntando il dito contro le discriminazioni dettate dalla pura appartenenza al genere femminile.
«In genere si ritiene che le donne siano molto tranquille; ma loro provano gli stessi sentimenti degli uomini [...] È da ottusi condannarle o deriderle, se cercano di andare oltre o di imparare di più di quanto l’usanza abbia decretato necessario per il loro sesso.»
La straordinaria caratterizzazione della protagonista non toglie comunque spazio ai numerosi personaggi, infatti la Brontë si ritaglia il giusto spazio per delineare anche quelli secondari e dare a tutti uno degno spessore. Tra gli altri spiccano sicuramente Mr Rochester e St John Rivers, entrambi dotati di personalità notevoli e capaci di catturate l'attenzione del lettore.
Lo stile della Brontë è incantevole e spontaneo; da notare come combini la descrizione dei sentimenti della protagonista con quella dell'ambientazione: ad esempio, in una scena Jane passa in poco tempo dalla rabbia più cieca che viene delineata come
«Una cresta di brughiera in fiamme, viva, dardeggiante e divoratrice [...]»
ad una placida rassegnazione, metaforizzata da
«[...] lo stesso rilievo nero e inaridito, dopo che le fiamme si sono spente [...]»
Infine, qualche parola sull'edizione. Come anticipato nella TBR, possiedo un'altra copia di questo romanzo, ma ho scelto di acquistare e leggere questa nuova edizione Rizzoli che mi ha molto soddisfatto. L'unico malus è dato dal peso e dalle dimensioni del volume non proprio comodissime, ma tutti gli altri aspetti "tecnici" sono eccellenti (particolarmente apprezzato il font che non pregiudica le mie diottrie!) come pure quelli relativi al contenuto: una traduzione gradevole, l'interessante introduzione scritta da Virginia Woolf, le traduzioni delle molte espressioni in francese e la presenza di parecchie illustrazioni dettagliate.
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