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per chi ama i classici russi
Tra i classici russi una perla di stile e sensibilità. Il capolavoro di Ivan Aleksandrovic Goncarov che non è stato uno scrittore particolarmente prolifico. Dei suoi tre romanzi solo due sono disponibili nei cataloghi delle case editrici italiane.
Oblomov è un semplice signorotto di campagna che vive a Pietroburgo grazie alla rendita che proviene dai suoi possedimenti. Nulla gli è stato insegnato, non sa nemmeno sfilarsi da solo gli stivali. Non è in grado di gestire le proprie finanze, soldi ne ha sempre avuti e nemmeno ricorda come li spende. Non più giovane e dal fisico alquanto rilassato, ha dimenticato le sue aspirazioni e vive nell’oblio le proprie giornate.
Tutto spinge a immaginare un personaggio negativo e odioso. Egli è invece un esempio di bontà. Il suo amore verso coloro che gli concedono la loro amicizia è sincero, profondo. Il suo caro confidente Stolz conia per lui un nuovo genere di contegno che chiama “oblomovismo”, in qualche modo simile al nichilismo del giovane Rudin narrato da Turgenev.
Un sostantivo che è presente nei nostri dizionari. Treccani così lo definisce: “Atteggiamento di apatica e fatalistica indolenza, assunto come caratteristica emblematica della generazione russa anteriore all’abolizione della schiavitù della gleba (1861).”
Goncarov è stato un grande narratore, degno di sedere accanto ai più magnificati suoi conterranei. I suoi personaggi sanno provocare profonde riflessioni a un secolo e mezzo dalla loro concezione.
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