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Il giro di vite
 
Il giro di vite 2019-01-09 13:45:05 Valerio91
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    09 Gennaio, 2019
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L'importanza dello stile

"Giro di vite" è sicuramente un romanzo particolare, il cui valore è aumentato notevolmente dallo stile di Henry James. L'autore ha tra i suoi pregi principali le descrizioni precise degli ambienti, che quasi bucano le pagine, e una capacità fuori dal comune di suscitare dubbi e sospetti, permettendo al lettore di sentirsi parte del racconto. Devo tuttavia dire che questa storia non mi ha esaltato: credo che se non fosse per la maestria dell'autore nel rendere viva la sua ambientazione e nel risvegliare le emozioni facendoci immaginare quel contesto cupo, mi sarei ritrovato a leggere un racconto più che normale.
Dunque non è stato "Giro di vite" a fare la fortuna di Henry James, bensì Henry James a fare la fortuna di questo libro.
Una cosa che tuttavia non ho capito molto è l'introduzione: che senso ha presentarci quel conciliabolo di persone a cui viene raccontata la storia, se poi quando questa inizia il narratore è la nostra protagonista in prima persona? Avrebbe avuto senso se, con qualche intermezzo, ci venissero presentati i pensieri degli ascoltatori, o quantomeno un epilogo che ci illustrasse le loro reazioni finali; invece li abbandoniamo fin dal principio e nella storia non trovano la benché minima utilità narrativa. Mi è parsa una cosa piuttosto strana.
Non mi linciate, si tratta sempre e comunque di una mia personalissima opinione totalmente confutabile.

Un uomo molto ricco si ritrova improvvisamente tutore di due ragazzini: Miles e Flora, figli del suo defunto fratello. Essendo un uomo molto impegnato, tuttavia, non può (e non vuole) star dietro ai due pargoli; perciò assume una giovane donna che gli faccia da istitutrice. L'uomo le offre uno stipendio più che generoso, ma le impone un'inviolabile condizione: non dovrà disturbarlo o contattarlo per nessun motivo, per quanto grave possa essere la situazione. (Piccola parentesi: questa mi è parsa una grossa forzatura).
L'istitutrice sarà la nostra narratrice e protagonista in prima persona degli strani eventi che si susseguiranno nella casa di campagna in cui vivrà insieme ai bambini e alla servitù.
Le stranezze si presentano fin dal principio, con l'arrivo di una lettera dal collegio di Miles: il ragazzino è stato espulso per cattiva condotta, seppur non vengano specificati i motivi precisi che hanno portato a questa drastica decisione. Avendo avuto modo di conoscere Miles e sua sorella, l'istitutrice non riesce a spiegarsi come un ragazzino dall'aria così educata, quasi angelica, possa aver fatto qualcosa di così grave da meritarsi l'espulsione.
Tuttavia, questa sarà soltanto la più futile delle stranezze che si troverà di fronte durante il suo impiego in quella casa.

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Commenti

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siti
09 Gennaio, 2019
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Che valutazione bassa! Valeeeee...adesso vado a leggere il tuo commento.
siti
09 Gennaio, 2019
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Ho capito il tuo punto di vista, ora parliamo di quello di James, aldilà della cornice iniziale, funzionale e tipica del racconto nel racconto, l'autore ha bisogno di un punto di vista interno e gioca sull'autorevolezza che la donna dovrebbe avere nel suo ruolo, poi dissemina il testo di indizi contrari per minarne la credibilità e tu...povero lettore giri come una vite... Per me è un gioiello letterario.
Mi trovo a condividere parzialmente l'opinione che esprimi. Io sospetto pure che il romanzo soffra del passare del tempo: certe ambientazioni, certe aure sinistre che facevano rabbrividire un secolo fa oggi ci fanno solo sorridere.
Lessi il libro tanti anni fa durante un lungo e tedioso viaggio di lavoro su un treno notturno per Torino. Pensa, me l'ero trovato appoggiato sulla poltroncina! (Sembra incredibile, ma c'è stato un tempo in cui FS donava libri per allietare i passeggeri che viaggiavano sui suoi primi Freccia Rossa!). Complice il movimento del convoglio, il buio che scorgevo oltre il finestrino ed il silenzio che era calato in vettura, mi prese parecchio. Lo ripigliai in mano anni dopo e, purtroppo, molte delle suggestioni s'erano perse.
E' un buon esempio di letteratura gotica, ma, forse, hai proprio ragione tu: parafrasando il Sommo Poeta si potrebbe dire che "più della trama poté l'ambientazione".
Comunque ottime le tue riflessioni.
Ciao Valerio. Secondo me la moltiplicazione dei piani di narrazione (l'anonimo personaggio che dice "io" e che fa parte del ristretto uditorio della storia, il narratore Douglas e la donna autrice del manoscritto, che ha vissuto in prima persona gli avvenimenti descritti), oltre a essere tipica dei romanzi ottocenteschi (si pensi ad esempio al meccanismo a scatole cinesi - racconto nel racconto nel racconto - presente in "Un eroe del nostro tempo" di Lermontov o "Un manoscritto trovato a Saragozza" di Potocki), funziona un po' come una cortina fumogena che James innalza per rendere ancora più fitto il mistero di questo meraviglioso racconto e meno decifrabile il suo autentico messaggio. "Giro di vite" secondo me andrebbe letto almeno due volte, la prima per godersi l'appassionante storia gotica, piena di fantasmi e di esperienze soprannaturali, la seconda per scandagliare, come un detective, tutti i piccoli indizi - sapientemente disseminati lungo tutto il racconto - che sfidano la sospensione dell'incredulità del lettore e fanno capire che l'istitutrice è tutto tranne che una testimone attendibile. Ricordo che la scoperta che le apparizioni di "Giro di vite" sono solo proiezioni allucinatorie della donna (dovute a una fantasia eccitata dall'educazione puritana ricevuta, ai latenti sensi di colpa per l'inconfessata attrazione nei confronti dello zio dei due ragazzini, alla sua insistita e non immediatamente percepibile autoidentificazione con le apparizioni, ecc. ecc.) è stata, quando lo lessi, una vera folgorazione. Non mi vergogno a dire che "Giro di vite" è una delle opere più belle, raffinate, stratificate e complesse della storia della letteratura (limitandomi a James, fa il pari per me solo con "La belva nella giungla", a riprova che il genio dello scrittore americano è forse racchiuso più nelle opere di minori dimensioni che nei suoi romanzi più importanti). Anche se il tuo giudizio non corrisponde esattamente al mio, ti ringrazio comunque per aver riportato all'attenzione dei lettori di QLibri questo piccolo gioiello. Buone letture!
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Valerio91
10 Gennaio, 2019
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Ciao Laura,
sicuramente rientra in questa valutazione una buona dose di gusto personale ed effettiva comprensione dei "giri di vite" che James fa con lo stesso lettore, manipolandolo a suo piacimento. In me, probabilmente, hanno generato più una confusione nella comprensione del testo che di giudizio, come era evidentemente l'intenzione dell'autore. Mi sta venendo voglia di rileggerlo per capire meglio :D

Vale.
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Valerio91
10 Gennaio, 2019
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Ciao FrancoAntonio,
sì, sono perfettamente d'accordo con quello che dici: per esempio, se pensiamo alla trasposizione televisiva di It che ha come protagonista Tim Curry, ha terrorizzato una generazione; a me, come dici tu, ha fatto ridere. Ci siamo assuefatti, abituati, "evoluti". Se devo essere sincero, alcune descrizioni di James sono davvero inquietanti ed efficaci, tuttavia ripeto che le mie perplessità sono insite soprattutto nella storia che ci viene raccontata. Probabile si tratti di gusti o di una mia effettiva mancanza sul piano della comprensione del testo. Magari un giorno gli darò un'altra occasione, come hai fatto tu.
Coincidenza, ho letto la maggior parte del libro proprio su un FrecciaArgento, ma non sono stato fortunato come te, l'avevo comprato io! Le buone abitudini sono quelle che si perdono più facilmente, pare.

Vale.
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Valerio91
10 Gennaio, 2019
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Ciao Giulio,
sì, avendo letto molti romanzi ottocenteschi sono a conoscenza di questa tecnica di narrazione; tuttavia in questo caso l'ho trovata diversa da altri romanzi che mi ero trovato ad affrontare: mentre negli altri c'era un intervento periodico degli ascoltatori del racconto o almeno apparivano nel finale per congedarsi dal lettore, qui li incontriamo solo all'inizio per dirci che "il racconto è spaventoso".
Non so, è una cosa che non mi ha convinto.
È probabile che quest'opera necessiti di una seconda lettura da parte mia, e credo che dopo i vostri commenti si sia sedimentata nel mio subconscio proprio questa volontà. Le vostre riflessioni sull'opera sono molto interessanti e credo mi aiuterebbero a ricominciare la lettura con un approccio diverso.
Non l'ho trovato un gioiello, ma il fatto che rappresenti per te un pezzo così importante della storia della letteratura è sicuramente un'opinione che rispetto e che mi incuriosisce parecchio.

Vale.
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