Dettagli Recensione
avventura e dualismo
Questo romanzo contiene i due elementi predominanti della letteratura stevensoniana: l'avventura e il dualismo insito nell'essere umano. L'avventura è incarnata da James Durrisdeer, uomo attivo, pericoloso, intelligente, giramondo, dall'esistenza sempre al limite che, per buona parte del romanzo, incarna il male assoluto. A contrasto, il fratello Henry è paziente, passivo, tradizionalista e stanziale: il 'buono'. Impossibile, per i due, divisi su ogni fronte, trovare un terreno comune e la loro lotta si protrarrà sino alle estreme conseguenze. Testimone di questo duello psicologico è il fido Mackellar, personaggio senza una vita propria che dedica la sua esistenza, con immutabile dedizione, a lord Henry. È lui che riporta la tragedia e che assume spesso il ruolo di coscienza dei vari personaggi non solo dei due fratelli ma anche del padre e della moglie di Henry. Nel corso della vicenda che annovera pirati, tesori, misteriosi servitori Indu, fuorilegge senza scrupoli e molti elementi tipici dei romanzi di avventura, si assiste alla disgregazione psichica e fisica di Henry a cui non servirà fuggire in America né commissionare l'assassino del fratello, per liberarsene. Nel contempo, la figura di James diventa sempre più interessante e umana tanto da conquistare anche il cuore votato alla fedeltà dell'integerrimo Mackellar.
Un bel romanzo che non spiega nulla e lascia libero campo alle azioni dei personaggi.
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