Dettagli Recensione
"La bellezza è superiore al genio in quanto non ha
Oscar Wilde è uno scrittore ottocentesco, esponente soprattutto del decadentismo e del dandismo (è infatti considerato per eccellenza padre di quest’ultimo). Tra le sue opere, ne troviamo una in cui è riuscito a dare forma, voce e anima a un mito moderno. Un mito che ancora oggi incontriamo nei nostri sogni, nelle nostre paure: l’eterna giovinezza. Questo mito viene incarnato dal personaggio di Dorian Gray, un semplice e giovane ragazzo, che spicca tra gli altri per la sua splendida bellezza. Motivo per cui il pittore Basil Hallward, palesemente attratto dal giovane, decide di immortalarne la bellezza in un ritratto, che rappresenterà la salvezza e la condanna del giovane. Il protagonista vive una vita in modo semplice e allegro, come se non si rendesse conto della sua oggettiva bellezza. La sua vita prende svolta quando conosce Sir Henry Wotton uomo dal “cinismo gentile” che con i suoi discorsi suscita nel ragazzo una forte influenza. Wotton è sicuramente un personaggio fatale: i suoi aforismi sarcastici intrecciati a sfumature di pessimismo, sono sparsi per tutto il romanzo. Il punto di vista di questo personaggio è molto complesso e rende Wotton sicuramente il personaggio dandy per eccellenza. Il ragazzo, infatti, non si rende veramente conto della sua fantastica giovinezza finché Wotton non gli fa notare di come essa passi così in fretta, di come ogni cosa dopo di questa, per quanto allegra e sublime possa essere, non potrà mai essere paragonata agli anni della gioventù. L’ossessione d’invecchiare, di dover vedere la propria bellezza appassire, porterà Dorian a vendere la propria anima e scambiarla con il proprio ritratto, per poter mantenere la sua eterna giovinezza. In questo modo, non sarà più lui ad invecchiare ma il ritratto stesso. Da questo momento, Dorian inizia ad abbandonarsi completamente ad ogni piacere e ad assumere un aria sempre più malvagia, corrotta e noncurante di qualsiasi principio che caratterizzavano l’Inghilterra Vittoriana. Non dà spazio alle proprie emozioni e vive la sua vita come se fosse il personaggio di una tragedia, cercando di assumerne anche i tratti.
Il lettore s’identifica nel personaggio di Dorian poiché nessuno di noi è completamente indifferente allo scorrere del tempo: ognuno di noi ha bisogno di soddisfazioni e di lasciare il segno durante la propria esistenza; per questo motivo, come ci dice l’autore, l’uomo cerca di lasciare qualcosa di suo attraverso il potere, le imprese di guerra e l’arte. Ma ciò che rende la gioventù speciale è proprio la sua fugacità, per questo essa è come un dono. Viverla in eterno come Dorian ne spegne le sue autenticità ed è soprattutto impossibile. Wilde c’insegna che l’unico modo per poter mantenere qualcosa in eterno è con la rinuncia della nostra anima. E questo, come il romanzo ci rivela, non porta mai ad un lieto fine.