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"E poi non rimase nessuno"
È un giorno di agosto del 1939 e otto sconosciuti si ritrovano sulla costa del Devon per imbarcarsi su un battello e raggiungere Nigger Island, una minuscola isola sperduta in mezzo al mare che deve il nome alla sua forma, curiosamente simile alla testa di un nero. Ciascuno di loro, per una ragione diversa, ha ricevuto un invito a recarsi sull’isola da parte dei misteriosi signori Owen, marito e moglie, che nessuno ha mai visto e di cui non si sa nulla se non che hanno acquistato Nigger Island e l’unica abitazione che vi si trova, una villa elegante e moderna costruita dal precedente proprietario. Giunti sull’isola, gli ospiti non trovano traccia degli Owen e ad accoglierli ci sono soltanto il maggiordomo e sua moglie, per un totale di dieci persone, tutte molto diverse tra loro per età, occupazione, storia personale, e convinte di non avere nulla in comune se non la convocazione improvvisa sull’isola. Ciascuno di essi, invece, nasconde un oscuro, terribile segreto e quando i dieci piccoli ospiti di Nigger Island iniziano a morire misteriosamente uno dopo l’altro, come i dieci piccoli indiani di un’inquietante filastrocca appesa al muro in tutte le stanze della villa, come le dieci piccole statuine di indiani che fanno bella mostra di sé sul tavolo della sala da pranzo e che scompaiono una dopo l’altra, un morto dopo l’altro, diventa chiaro che un folle, un omicida seriale o un macabro giustiziere ha orchestrato un gioco terribile, un lungo, spaventoso incubo ininterrotto dal quale, forse, nessuno può uscire vivo.
Isolata da una tempesta, tagliata fuori dal mondo esterno, immersa in un’atmosfera surreale e allucinata, Nigger Island si rivela una trappola a cielo aperto, priva anche della consueta, rassicurante presenza di un investigatore, garante del principio che prima o poi l’omicida sarà smascherato e punito e l’ordine e la ragione ripristinati. Nell’incubo dei dieci piccoli indiani, intrappolati sull’isola come nelle loro coscienze macchiate dalla colpa, la ragione è sospesa e l’unico ordine esistente è quello stabilito da una misteriosa, inconoscibile coscienza superiore – U.N. Owen, “unknown”, “sconosciuto” – che sovrasta tutte le altre, incarnazione pura e terribile della giustizia, e che le giudicherà una ad una, impassibile, fino all’ultima riga della filastrocca che scandisce il tempo sospeso e irreale di Nigger Island: “e poi non rimase nessuno.”