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Visione onnisciente....
… “ Le onde si ruppero a riva “…
Questo romanzo non possiede trama, dialoghi, ne’ un preciso inserimento spazio-temporale, e’ un romanzo sul tempo allo stato puro ( con riferimento alla parte centrale di “ Gita al Faro “ ), inizio e fine di tutto, respiro, forma, essenza.
Le onde ne sono rappresentazione suprema, insieme alla luce del giorno, e a quei momenti non scanditi dalle ore, ma avvolti dal flusso ripetuto di gesti, simboli, parole, calore, sole in un vortice includente i protagonisti e le loro storie.
Potremmo suddividere il racconto in nove interludi lirici che descrivono la forza pulsante del giorno, dal chiarore solare all’ ombra progredente ed in lunghi soliloqui che, introdotti sempre da un … “ disse “… , segnano l’ interioriorita’ dei protagonisti nel fluire degli anni, sei amici che riflettono su vita, morte, sensazioni, fatti, incontri, separazioni.
Un’ essenza che traccia vite difformi, un fatto preciso che tocca e delinea i personaggi, una unità di forma e contenuti che è tutto e niente, semplice contenitore di una storia o espressione separata e difforme.
Monologhi rivolti ad un ascoltatore qualunque, nessun dialogo, pensieri che affiorano dall’ interno, una progressiva frammentazione di identità, la parola semplice tramite.
Si raccontano delle storie, una infinita’ di storie, dubitando a volte che esistano e non siano solo tenebre ed ipotesi.
C’è un tempo interiore ed uno oggettivo all’ interno dei quali sono contenuti pensieri, fatti, parole, per fissarli in un attimo di conoscenza, tra echi e rimbombi a trattenere per un attimo le nostre vite.
C’e il desiderio di afferrare un soffio vitale in ogni cosa apparente mentre essa scorre e le nuvole cambiano eternamente, incontrandoci, separandoci, assumendo altre forme, disegnando figure differenti.
C’è la consapevolezza che tutto si dissolverà se queste impressioni non si fisseranno e delle tante rappresentazioni umane non se ne farà che una sola, qui ed ora.
E non c’è dubbio che le nostre povere vite, per quanto sgradevoli, acquistano splendore e significato solo con gli occhi dell’ amore.
Ogni pensiero, immediatamente, si fa parola, assume una forma, include uno spazio, è inserito in quel tempo. Ma la dimensione temporale di ciascun personaggio è il presente e il non presente, a sua volta non passato e non futuro.
La scrittura segue un ritmo ed un fluire incessanti, il movimento ripetuto ed avvolgente dell’ onda, che si fa suono dell’ animo, ascolto, energia, tempo, forza, mutandosi nella lingua del silenzio a cui la scrittrice desidera approdare, completando ed innovando la propria espressione letteraria.
Nel pensare e concepire “ Le onde “, la Woolf affrontera’ anni di meditazione e turbamenti nel bel mezzo di altre prove letterarie, possedendo già un’ idea di ciò che sarà, abitata da quella …” profonda, semimistica vita di donna che dovrà essere raccontata “… consapevole che …” il tempo dovrà essere cancellato completamente, il futuro dovrà sbocciare nel passato “… e che …” l’ evento in se’ non esiste, ne’ il tempo “…, dell’ importanza della memoria e dei tanti influssi autobiografici.
Nel finale del romanzo a Bernard l’ arduo compito di riannodare i fili del racconto e restituire un senso di fronte all’ inevitabile arrivo della fine eterna.
Ed allora ecco rappresentata la contrapposizione apparente tra il moto afinalistico, eterno e tumultuoso dell’ onda, ( gli interludi ) ed il flusso di pensieri, memorie interiori, soliloqui ( i monologhi ) di chi cerca di resistere e di esistere, in una lotta che è incontro e scontro, passaggio, divenire di quello sforzo eroico che traccia il solco della vita.
Indubbiamente un testo complesso, imperscrutabile, a tratti incomprensibile seguendo una logica consequenziale, da leggere, rileggere e metabolizzare cercando di coglierne il senso profondo e d’ insieme che esula un preciso contesto, ma diviene somma espressione e poetica del profondo.
La sua grandezza sconfina in un senso di onnipotenza ( letteraria ) e di estrema fragilità ( umana ), opposti mai così pienamente complementari.
Indicazioni utili
Commenti
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Penso che la grande capacità di uno scrittore sia realizzare profondità e bellezza senza ricorrere agli artifici dei colpi di scena , delle trame contorte inventate a tavolino : espedienti troppo facili e, per me, non appaganti.
La Woolf è maestra nell'imprimere all'opera il proprio mondo interiore e nel lasciare così una traccia di sé : è ciò che fanno i grandi artisti, o anche 'solo' quelli autentici.
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Un caro saluto,
Manuela