Dettagli Recensione
Generazioni a confronto
Pubblicato per la prima volta nel 1862 sulla rivista “Il messaggero”, “Padri e figli” rappresenta l’opera più significativa di Ivan Sergeevic Turgenev. Nella stessa l’autore affronta la tematica del nichilismo soffermandosi in particolare sul suo carattere ateistico, materialistico, rivoluzionario e positivistico.
È il 20 maggio 1859, Nikolaj Petrovic Kirsanov, è trepidante di attesa: il figlio Arkadij sta finalmente rientrando da San Pietroburgo, luogo in cui si era recato per portare avanti gli studi universitari. Il suo rientro non è però solitario, l’erede del modesto proprietario terriero è accompagnato da Bazarov, studente di medicina da poco amico. Egli è il materialista e antitradizionalista che fa da perno all’intero componimento. Il soggiorno dei due giovani presso l’uomo è di fatto breve in quanto questi, a seguito dell’incontro con Koljazin e altri personaggi, decidono di spostarsi presso la dimora di Sergeevna Odincova, vedova e donna di grande fascino, acume e intelligenza. Qui gli equilibri e le convinzioni sociali verranno messi in discussione per i riscoperti sentimenti che si verranno a manifestare nel cuore dei due uomini.
Sin dalla sua prima lettura l’elaborato fu considerato la perfetta trasposizione di quella che era allora la realtà russa a seguito della riforma voluta dallo Zar Alessandro II, una riforma che poneva fine alla servitù della gleba restituendo la libertà ai cittadini e frazionando quelle che fino ad allora erano state le grandi proprietà terriere. Lo scontro tra questa società in divenire e questa società di vecchi modelli è rappresentate dalle due categorie dei padri e dei figli, dei vecchi e dei giovani.
La bravura di Turgenev risiede nel riuscire a ricreare lo uno spaccato reale di quella che è stata la realtà sociale e economica della Russia della seconda metà del 1800. Riesce con la sua narrazione limpida, ironica e fluente a ben rappresentare quello che è stato il passaggio generazionale, il tutto con un occhio acuto e attento a quegli animi e a quelle contraddizioni che sono proprie dell’essere umano. I personaggi sono concreti e tangibili per chi legge che, senza difficoltà, apprezza e si immedesima in ciascuno di loro. Fra tutti spicca Bazarov che risulta essere senza dubbio uno dei migliori e più complessi personaggi ideati.
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
Prendo invece nota de “I demoni”, componimento che non ho avuto modo di leggere, ancora. Devo recuperare quanto prima. Un sincero ringraziamento per il tempo che mi hai dedicato e per la lettura che mi hai suggerito. A presto, Maria
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Questo libro a me è piaciuto moltissimo. Vi ho trovato un significativo connubio fra realismo e dimensione simbolica ; in particolare, una impietosa critica implicita alle ristrettezze del materialismo positivistico. Bazarov non ha valori otre la ricerca scientifica, si costringe all'aridità fino a morirne. A differenza, il suo amico affronta fiduciosamente la complessità della vita, ne apprezza i doni, ha una progettualità e si proietta nel futuro.
Penso che Turgenev abbia intuito la potenziale portata distruttiva del nichilismo : dieci anni dopo, Dostoevskji scrisse "I demoni" , capolavoro nero, in cui nichilisti sfociano nel terrorismo.