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L'adolescente
 
L'adolescente 2018-02-25 20:49:09 viducoli
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
viducoli Opinione inserita da viducoli    25 Febbraio, 2018
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Munitevi di carta e penna, signori...

... ma prima levatevi il cappello!

'L’adolescente' è un romanzo estremamente complesso, che a volte, anche a causa dell’edizione nel quale l’ho letto, mi è parso un po’ confuso, coerentemente con lo stile dostoevskijano. L’edizione BIT che posseggo, oggi forse introvabile, non è fatta per agevolare la lettura di questo ponderoso romanzo: le pagine sono composte da un carattere piccolo, che soprattutto per chi come me è ormai afflitto da presbiopia, rende difficoltosa la lettura, e non consente di concentrarsi appieno nel seguire lo snodarsi della storia. Ho fatto quindi una certa fatica a venirne a capo, frammentando la lettura in oltre un mese e rischiando di perdere il filo; filo che è di per sé molto sottile, anche perché l’autore affida la narrazione al protagonista, che dichiara sin dalla prima pagina di non essere un letterato e quindi di scrivere in modo disordinato e senza l’uso di “orpelli letterari”.
L’uso della prima persona è un tratto costante nella narrativa di Dostoevskij, ma qui l’autore esaspera sicuramente il dilettantismo del narratore, al fine di conseguire un risultato di realismo cronachistico che è senza dubbio uno dei tratti salienti del romanzo, ed anche come espediente per creare suspance, come dirò in seguito.
La storia è quella di Arkadij Dolgorukij, ventenne figlio illegittimo di Versilov, signorotto pietroburghese con una tenuta in campagna dove ha sedotto la madre di Arkadij facendola poi sposare al “servo” Makar Dolgorukij. Arkadij ha sempre vissuto lontano dalla madre, in collegio e all’università, ed all’inizio del romanzo si trasferisce da Mosca a Pietroburgo conoscendo per la prima volta davvero i suoi parenti e le persone che li frequentano. La sua smania di riscatto nei confronti del padre naturale lo farà interferire con le complesse relazioni sociali e personali che si sviluppano tra i vari personaggi, generando situazioni ad alto contenuto drammatico: il citato dilettantismo artistico del narratore è uno strumento che l’autore utilizza con grande maestria per aumentare la suspance: molte volte infatti i fatti vengono parzialmente anticipati oppure spiegati a posteriori, creando un clima di sorpresa che disorienta. Come in altri romanzi di Dostoevskij il vero protagonista non è però il narratore, ma ancora una volta l’uomo di mezza età, in questo caso Versilov. Ho trovato molte analogie, infatti, tra Versilov e il principe Valkovsky di Umiliati e offesi, che paiono l’uno il negativo dell’altro. Entrambi sono personaggio che dire sfaccettati è dir poco: sono contraddittori, sono nella realtà profondamente diversi da come ci vengono presentati all’inizio. Valkovskij sembra generoso e altruista, mentre nella realtà si rivelerà meschino, volgare e spietato calcolatore; Versilov sembra freddo e pronto a sacrificare i sentimenti alle sue esigenze personali, in realtà si rivelerà capace di grandi slanci affettivi e patriottici. Ancora una volta l’immenso Dostoevskij riesce a darci, in un solo personaggio, un ritratto a tutto tondo delle contraddizioni in cui si dibatteva la classe dominante russa della sua epoca.
Non entro nel merito delle vicende del libro perché ci vorrebbero pagine su pagine (la breve trama reperibile su Wikipedia può aiutare ma non rende assolutamente la complessità del romanzo). Basti dire che (anche qui come sempre in Dostoevskij) alle vicende che segnano l’evoluzione del rapporto tra Arkadij e Versilov se ne affiancano molte altre, con alcuni personaggi veramente straordinari – molto russi e del tutto Dostoevskijani – quali Makar Dolgorukij, che da contadino si è trasformato in pellegrino-santone, e Lambert, oscuro ricattatore che allunga i suoi tentacoli sull’ingenuo Arkadij.
Che dire ancora? Sicuramente un affresco ovviamente straordinario dell’animo umano sullo sfondo della apparentemente cristallizzata – in realtà ribollente – società russa della metà del XIX secolo, da leggere possibilmente in altra edizione rispetto alla mia. Un consiglio comunque voglio darlo. A meno che non siate dotati di una memoria eccezionale, munitevi di carta e penna, e quando appare un personaggio annotatene nome, caratteristiche e relazioni con gli altri personaggi; può essere utile nel corso del romanzo, per evitare la domanda che mi sono a volte fatto durante la lettura: E questo chi è?

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Bella presentazione, Vittorio, anche se non ho letto il libro.
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