Dettagli Recensione
Da leggere
Romanzo filosofico pubblicato nel 1759, mescola l’elemento fantastico con la riflessione filosofica. Trenta capitoli per ironizzare sulle filosofie ottimistiche e in particolare sul pensiero di Leibniz, il sostenitore dell’armonia dell’universo e della tesi che quello in cui viviamo sia il migliore dei mondi possibili nonostante l’esistenza del male dovuta all’imperfezione umana, male giustificato con l’idea che da un male individuale possa derivare un bene collettivo o che il male presente faccia derivare un bene futuro.
Candido, educato dal filosofo Pangloss alle teorie dell’ottimismo, pensa appunto di vivere nel migliore dei mondi possibili, fin quando una serie di peripezie non lo portano a scontrasi con il mondo e la realtà che sono invece dominati dal male: guerra, colonialismo, religioni, condizione della donna, chiesa. Una denuncia dei mali del mondo che si conclude con la massima “bisogna che lavoriamo nel nostro orto” a sottolineare che solo l’impegno personale nel quotidiano fa di noi degli uomini , veri cittadini del mondo, concorrenti a generare il benessere generale nonostante l’esistenza del male.
Perché leggere Candido?
Avrei una serie di motivazioni ma ognuno va a cercarsi la propria. Le mie sono queste. La prossima mia lettura sarà il Candido di Sciascia il quale tentò di sgravarsi della pesantezza del tempo che viveva e rappresentava riproducendo la velocità e la leggerezza del conte philosophique, era dunque necessario esperire l’originale. L’opera rappresenta inoltre un classico antologizzato in "Perché leggere i classici"di Calvino il quale risponde per me affermando che “leggere per la prima volta un grande libro in età matura è un piacere straordinario” che nasce dalla capacità di apprezzare maggiormente un testo rispetto alla giovinezza per via dell’esperienza del mondo e della lettura stessa di cui si è portatori e che, per le stesse ragioni, dona un sapore particolare alle riletture dei medesimi classici. Avrei inoltre la volontà di proseguire la lettura del testo di Calvino, insieme di brevi e preziosi saggi su testi classici avendone una conoscenza diretta della maggioranza fra quelli che tratta perché reputo inutile cimentarmi in uno studio critico senza conoscerne direttamente l’oggetto, consapevole del fatto che la lettura di un classico è lo scontro con una serie di resistenze (lettura impegnata, non fluida, costruzione di un sapere, ricerca) che tende a risolversi in una grande gioia e spesso, come suggerisce lo stesso Calvino, nel divertimento. Ecco Il Candido di Voltaire è l’esempio perfetto: una prosa veloce, chiara, lucida, una struttura snella, una trama rocambolesca fanno di questo testo una lettura piacevole e divertente. Se a questi elementi si unisce l’aspettativa di andare a compiere un giro del mondo in brevissimo tempo percorrendo continenti e avvenimenti storici di fine Settecento, utili a comprendere questo pazzo mondo, in un’ infinita serie di improbabili ma gustosissime agnizioni, allora penso che qualcuna delle mie motivazioni possa se non divenire la vostra almeno spingervi verso questo romanzo.
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Ciao, Manuela
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