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Odi et amo
Ambientato nella fredda e desolata brughiera dello Yorkshire, Cime tempestose di Emily Bronte è il romanzo dell’amore come forza totalizzante, che sfugge al razionale, trasforma le persone e le porta ai limiti estremi delle proprie azioni.
Heathcliff, un trovatello dalle origini ignote, condotto sin da giovane in una casa della piccola nobiltà della periferia inglese, ama, ricambiato Catherine, la figlia del suo padre “adottivo”. Terzo incomodo è il fratello di lei, Hindley che lo disprezza così profondamente da ridurlo, alla morte del padre, a bracciante agricolo, curandosi di abbrutirlo sempre di più.
La rozzezza del giovane Heathcliff, finisce con il far vacillare la simpatia della bella Catherine, che nonostante confessi alla sua domestica con una delle più belle dichiarazioni della letteratura, il suo amore per Heathcliff, deciderà di sposare il rampollo dei vicini, il malaticcio e bizzoso Linton.
Queste le sue parole: “Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, ne sono consapevole, come l'inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne che stanno sotto quegli alberi: una fonte di piacere ben poco visibile, ma necessaria. Nelly, io sono Heathcliff! Lui è sempre sempre, sempre nella mia mente: non come una gioia, non più di quanto io lo sia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Quindi non parlare più di separazione: non è possibile.”
Da questo momento Heathcliff si lancerà in una spirale di odio, che lo porterà alle più abiette azioni con il solo fine di vendicare i torti subiti, senza tralasciare Catherine, per la quale l’amore, anche se ricoperto dall’odio, è sempre presente. Il tutto in un climax di passioni, che raggiunge il suo apice nel momento in cui Heathcliff e Catherine, ormai i punto di morte, si confessano il loro amore.
“Ora dimmi come hai potuto essere così crudele con me, crudele e falsa. Perché mi disprezzasti? Perché ingannasti il tuo stesso cuore, Cathy? Non mi viene una sola parola di conforto. Tu meriti questo. Ti sei uccisa da sola. Sì, puoi baciarmi, e piangere; e strapparmi baci e lacrime; essi saranno la tua rovina... la tua dannazione. Tu mi amavi; che diritto avevi di lasciarmi? Che diritto? Rispondimi. Lasciarmi per quel misero capriccio che ti prese per Linton? Giacché né la miseria, né la degradazione, o la morte, né qualunque pena che Dio o Satana potessero infliggere, avrebbero potuto separarci, tu lo facesti di tua volontà. Non ho infranto il tuo cuore, tu l'hai infranto; e nell'infrangerlo, hai spezzato il mio. Tanto peggio per me che sono forte. Se voglio vivere? Che vita sarà quando tu... oh, Dio! Piacerebbe a te vivere con la tua anima nella tomba?”
La storia prosegue con un Heathcliff, ancora assetato di vendetta, che prosegue il suo intento catartico, nell’ossessione della ormai persa Catherine.
“Oh dicesti che non ti importava delle mie sofferenze! E io elevo una sola preghiera, la ripeterò fino a che la lingua non si sia seccata – Catherine, possa tu non trovare pace finché io avrò vita; dicesti che io ti avevo uccisa; perseguitami allora! Gli assassinati perseguitano i loro assassini, credo. So che dei fantasmi hanno vagato sulla terra. Sii sempre con me, assumi qualsiasi forma, fammi impazzire! Solo non lasciarmi in questo abisso dove non riesco a trovarti! [...] Non posso vivere senza la mia vita! Non posso vivere senza la mia anima!”
Perché Catherine non ha voluto coronareil proprio sogno d’amore con Heathclff? Perché Heathcliff ha deciso di sfogare tutto il proprio odio e la propria vendetta distruggendo la famiglia che lo aveva cresciuto ed impossessandosi delle vecchie proprietà della stessa con ogi sotterfugio? Sono domande che a prima vista rimangono irrisolte, ma che trovano forse risposta i quell’irrazionalità che in fondo in fondo domina le nostre azioni e la nostra vita.
Questo irrazionale trasforma l’amore in ossessione, in odio, piega le anime spingendole al limite estremo delle proprie azioni.
Sembrano quasi echeggiare lontanamente i versi di Catullo:
"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior"
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E' un romanzo che si fa sempre leggere.