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"Vivere secondo un’idea è difficile"
È sufficiente un granello o un peluzzo per dissipare nel mio animo il buono e sostituirlo con il cattivo. Le cattive impressioni, invece, con mio cruccio, non si dissolvono tanto in fretta, sebbene non sia una persona che serba rancore". Le parole con cui si presenta il protagonista di questo ennesimo capolavoro di Fedor Dostoevskij la dicono lunga su ciò che aspetta il lettore. La trama gira attorno alle angosce esistenziali del giovane Arkadij Dolgorukij, nato da una relazione extraconiugale tra la madre, Sof'ja Andrèevna e il suo padrone, il possiedente in rovina Versilov. La condizione di figlio illegittimo segna il carattere e i comportamenti del ragazzo sin dalla sua infanzia finché, terminati gli studi, il nostro protagonista abbandona un'esistenza difficile ma tutto sommato protetta per lanciarsi senza paracadute nel mondo degli adulti. Lo fa con il cuore puro ma con la testa piena di strani pensieri e progetti chimerici, nonché con l'ingenuità tipica dell'adolescente vissuto per troppi anni lontano dalla vita reale. La sua particolare condizione, gli intrighi che si intrecciano attorno alla sua strana famiglia, i singolari personaggi che incontrerà durante il suo cammino, le insidie e gli imprevisti che sono costantemente in agguato nella vita di tutti i giorni, porteranno Arkadij a immischiarsi in affari torbidi e pericolosi nei quali non sarà affatto facile districarsi. La profonda conoscenza dell'animo umano, la capacità di creare la giusta empatia tra lettore e personaggi, la prosa lenta e sublime sono inequivocabili marchi di fabbrica del grande maestro russo che, anche in questo caso, non delude i suoi estimatori regalando pagine di grande letteratura e proponendo, come sempre, importanti e profonde riflessioni sull'uomo, sulla vita e su ciò che, più di ogni altra cosa, fa girare il mondo: l'amore. In particolare Dostoevskij si sofferma sul concetto di amore filiale, quello che lega incondizionatamente Arkadij al padre naturale e che ritroveremo anche più in là, nella produzione dell'autore, grazie a "I fratelli Karamazov". Anche il tema del doppio, affrontato in questo libro sia attraverso il protagonista che grazie all'ambigua figura di Versilov, possiamo ritrovarlo, come argomento di fondo, ne "Il sosia", che lo precede di un bel po' di anni. Tra i personaggi secondari, oltre alla dolcissima madre di Arkadij, spiccano il padre putativo Makar Ivanovic, filosofo errante dispensatore di storie originali e di idee profonde, e la pragmatica Tat'jana Pavlovna, donna dalla crosta dura ma dal cuore tenero. Non mancano poi spunti di riflessione critici: le disavventure del nostro adolescente dimostrano come una società viziosa e incline alla corruzione possa deviare le giovani generazioni, affossandone gli ideali, distogliendole dai propri progetti, distraendole dalla via dettata dei propri sogni. "Perché vivere secondo un’idea è difficile, mentre è facilissimo invece vivere senza idee".