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Il migliore dei mondi possibili
L'ingenuo Candido, la bella Cunegonda e il fedele Cacambo. Tre personaggi, che sembrano saltar fuori da un romanzo di Cervantes, vivono una vita roccambolesca piena di alti e bassi. Questi alti e bassi rappresentano proprio "fortuna" o "destino" a secondo dei punti di vista.
Da un lato troviamo Pangloss, maestro e filosofo di Candido, che da buon leibniziano crede che il nostro mondo è il migliore possibile. Voltaire ha stabilito per questi personaggi un destino al quanto crudele.
Personalmente io sono fatalista. Non credo che sia il mondo "migliore" possibile, ma è l'unico che abbiamo. Le scelte mancate, e le possibilità che non abbiamo percorso sono solo rimpianti, tutto il resto lo lascio ai film di fantascienza in cui è possibile, non tanto avere una "seconda" possibilità, ma avere la "stessa" possibilità due volte.
Lo stesso Panglos, infatti, si ammala di sifilide ma non muore, sopravvive addirittura ad una impiccaggione. Quanti possono raccontare lo stesso?
Il pessimismo di Voltaire vince sull'ottimismo di Leibniz? Per chi vede il bicchiere mezzo pieno, forse no.
Il racconto è molto interessante e divertente che ci porta a riflettere sulla nostra vita anche se ormai è priva di duelli, avventure e "quarti di nobiltà".