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LA FRENETICA RICERCA DI UN’IDENTITA’ SOFFOCATA DAL
La storia di Emma è quella di una donna romantica, colma di passione e sentimento, che tenta di affermare la propria individualità e personalità in una realtà racchiusa dalle quattro, consunte pareti della mediocre convenzione. In un mondo in cui il destino di qualunque essere umano è segnato dal suo genere, Emma non può che recitare la parte della moglie devota ad un marito onesto, benevolo e forse anche moderatamente intelligente. Tuttavia, non possiamo pretendere che una meravigliosa aquila, con ali maestose ricoperte da un magnifico piumaggio scuro, rimanga appollaiata alla ringhiera del nostro terrazzo; è assurdo pensare che una donna come Emma, con le sue lunghe ciglia che sembrano avvolgere il cuore degli uomini in una ragnatela di desiderio e passione, con la sua insaziabile ambizione di assomigliare anche solo lontanamente alle protagoniste dei romanzi che amava leggere, si accontenti di prendere parte ad uno spettacolo così infinitamente deludente. Ecco quindi che si lascia trascinare dal sentimento, dalla bramosia, dal fascino della proibizione e trascura persino la figlia per seguire le fluttuazioni inaspettate del proprio cuore. Tradisce ripetutamente il marito con i fatti ma soprattutto con il pensiero, ogni volta che prova a fantasticare sulla sua vita con un uomo davvero degno di stima. Charles Bovary infatti è il peggiore dei parassiti per lei, lo detesta e questa ostilità per un individuo che reagisce non solo con indifferenza, ma addirittura con benevolenza, le provoca un senso di colpa che non avrà mai fine e che continuerà a consumarla, fino alla fine. Emma è tuttavia non solo vittima, ma anche artefice della propria sventura, in un secolo in cui l’essere donna già rappresenta un pesante fardello da sopportare. Come emergere e trovare se stesse in una società che si aspetta dal gentil sesso niente di più che un buon matrimonio e niente di meno di una docile devozione per il proprio marito? In quale modo è possibile trovare soddisfazione e pienezza nella vita, riuscendo a sottrarsi alle convenzioni senza isolarsi nel tormento delle maldicenze? Lo sconforto di Emma non è forse simile per certi versi a quello di Anna Karenina? Eppure entrambe sembrano fallire, due donne che forse oltrepassano la linea di confine a tal punto da raggiungere un comune tragico epilogo. La verità è che nessuna vita viene sottratta inutilmente al mondo; donne che lottano per l’emancipazione, che tentano di seguire il proprio istinto anche sbagliando, soffrendo e causando sofferenza, che scelgono di essere protagoniste di un’esistenza altrimenti dominata dalla mediocrità. Questa è Emma, un simbolo, l’emblema del sentimento romantico che arde e divampa con le sue meravigliose lingue di fuoco, emanando un calore che talvolta rischia di divenire fin troppo soffocante e di incenerire ciò che lo circonda, tale la sua forza meravigliosa.
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Un bel libro con una protagonista così poco amabile.