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L'unico diritto umano
Scritta nel 1922 questa bella novella dal sapore esotico è ambientata nel 1912 sulla nave Oceania, la quale , proveniente da Calcutta , fra il suo carico umano variegato fa emergere i due coprotagonisti della vicenda. L’uno è il narratore che in seguito ai fatti accaduti durante l’ormeggio al porto di Napoli rievoca il viaggio stesso, l’altro è il medico tedesco da lui incontrato sul ponte della nave per ben due notti di seguito e a cui consegna la sua vicenda personale.
La nave stracarica, tutta stantuffi e gemiti, l’accozzaglia umana, la calca, il caldo, l’orizzonte monotono segnato dalla navigazione, l’oscurità della notte che, unica sul ponte, concede degno refrigerio ai sensi urtati da eccessiva umanità, restituiscono alla memoria altre belle pagine di Zweig pur anticipandole cronologicamente. Sono quelle della memorabile transoceanica partita a scacchi affidata all’ ultima novella scritta dall’austriaco prima del suicidio. Il tema del suicidio poi è accarezzato dalle parole del medico tedesco al servizio del governo olandese, al rientro in patria, depauperato di tutta la sua esistenza : né pensione, né averi personali, in fuga, condannato dall’amok , una sorta di idrofobia accompagnata da follia omicida che colpisce gli indigeni indonesiani e che lo ha ostacolato nella sua missione di medico nell’incontro fortuito con una donna che avrebbe potuto aiutare se solo non …
Ora ne parla al nostro passeggero ma è un condannato come quello buzzatiano che attende lo scontro finale con il colombre dopo che gli ha impresso il sigillo di morte certa. Non c’è la possibilità dell’aiuto umano, è destinato a stramazzare al suolo , prima però compirà il gesto di redenzione, l’atto salvifico e al tempo stesso di congedo : “la prego, non si disturbi … l’unico diritto umano che alla fine ti rimane è quello di crepare come credi … senza essere scocciato dall’aiuto altrui”.
L’ambientazione coloniale richiamata dall’evocazione dei fatti accaduti prima dell’imbarco, il potere di un mondo di fagocitarti l’animo, il sovvertimento dei sensi, la solitudine voluta e ricercata, l’amore e la morte rendono indimenticabile la narrazione che incede tumultuosa fra i meandri dell’animo umano in pagine febbrili, deliranti, rapitrici quanto l’amok. Degna prova del miglior Zweig.