Dettagli Recensione
Tekeli-li! Tekeli-li!
La vita è avventura. E’ un brivido di eccitazione che corre lungo la schiena e ti fa sembrare affascinante e ragionevole l’idea di scappare di casa e salire clandestinamente su una baleniera. E’ l’ardere dal desiderio e dalla curiosità di affrontare le folli imprese che costellano la vita dei marinai: ammutinamenti, naufragi, morte, prigionia.
La vita è viaggio. E’ imbarcarsi a Nantucket e finire a solcare l’oceano su una nave distrutta dalle tempeste, senza meta né controllo, alla deriva. E’ ritrovarsi infine a bordo di una goletta in rotta verso il polo sud, alla scoperta di terre inesplorate.
La vita è terrore. E’ la ferocia della fame e della sete, che costringono a un disumano sorteggio cannibalesco. E’ un vascello fantasma che solca i mari con la sua inquietante ciurma di morti. Sono le spaventose e incomprensibili grida di diabolici indigeni che vogliono la nostra morte: Tekeli-li! Tekeli-li!
Edgar Allan Poe ci racconta le rocambolesche avventure marinare del giovane Arthur Gordon Pym con una scrittura affascinante, capace di fondere immagini visionarie, che spesso rivelano una dimensione al limite dell’horror, a pedanti dettagli quasi scientifici, come gli innumerevoli elenchi di date e latitudini e le minuziose descrizioni di animali e specie inventate.
Ci rendiamo così conto di trovarci di fronte a una lettura stratificata. Possiamo semplicemente lasciarci travolgere dalle incredibili fantasie ideate da Poe, meravigliandoci della sua straordinaria immaginazione. Possiamo trattenere il fiato nel vivere la claustrofobia, la paura, la disperazione di Pym. E, forse, già basterebbe. Oppure possiamo cercare in questo viaggio tracce degli stessi desideri, ostacoli, cadute e risalite che caratterizzano la vita. E riconoscerci anche noi viaggiatori delle nostre esistenze verso una meta che, come il finale di questo romanzo, non può che rimanere oscura, sospesa, misteriosa.
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Le tue vibranti parole ne rievocano mirabilmente l'eco Manuela!