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NON FA PER ME
Congedo le ultime pagine del romanzo con un senso di profonda delusione . La fortuna letteraria dello scritto amplificata dalla trasposizione teatrale e poi operistica non è , a mio avviso, garanzia di qualità letteraria , anzi l’esito stilistico del romanzo è alquanto banale e sempliciotto, infarcito del disturbante, per me, leit-motiv, dello spessore umano presente anche nella cortigiana. Dumas figlio, vittima fra tanti della nota Marie Duplessis, mantenuta particolarmente abile a dilapidare patrimoni di giovani rampolli altolocati, ha avuto forse il merito di sbirciare nelle ipocrisie dell’epoca da lui vissuta e di rappresentare in modo gradevole lo scenario parigino, di creare una sorta di mito al femminile, di edificare e nobilitare il sentimento da lui provato ma nulla più. Mancano ad un impianto narrativo basato su una lunga analessi gli inserti necessari per arricchire l’animo del lettore oltre l’ovvietà, la stessa tensione narrativa è discontinua e la scrittura è stata scarsamente incisiva a livello emotivo. Buona la capacità espressiva nel descrivere il dato oggettivo: un cadavere ( la pagina più bella del romanzo), un viso, un ambiente, fumosa la rappresentazione degli stati dell’animo, le corde del cuore han vibrato solo negli scambi epistolari finali. Peccato!
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Commenti
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Non conosco se non di fama lo scrittore, ma immagino che
l'omonimia con il grande scrittore che fu il padre
celi ben ampie differenze tra i due.
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