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L'amore secondo Tolstoj
Si tratta di un racconto, feroce e lapidario, scritto nel 1889 successivamente ad una delle fasi rivoluzionarie in cui Tolstoj metteva in discussione alcuni caposaldi morali della sua vita. In questo caso il bersaglio è il matrimonio nell'accezione nobiliare.
C'è molta autobiografia in queste poche ma intense pagine, in cui si coglie l'urgenza dell'autore di espellere la tensione, accumulata nei molti anni trascorsi con la moglie Sonja, per una situazione matrimoniale ritenuta intollerabile, che porterà Tolstoj alla sua finale e tragica fuga.
L'autore aveva maturato circa dieci anni prima delle profonde convinzioni etiche, legate ad una visione cristiana della vita, privata degli aspetti trascendentali e focalizzata sulla carità e sulla semplicità, a cui si mescolavano valori rurali della comunità contadina russa ed elementi delle religioni orientali. In questo contesto interiore travagliato egli si trovò a rinnegare i costumi dell'aristocrazia russa (di cui faceva parte), trovandoli fuorvianti e meschini, adottando uno stile di vita sobrio, con alcuni picchi bizzarri di ascetismo, affatto condivisi dalla moglie. Da qui la conflittualità di coppia che ne derivava e il rifiuto maturato dall'autore all'ipocrita istituzione del matrimonio, organizzato dall'alta società per soddisfare l'esigenza sessuale dell'uomo e assecondare la civetteria della donna.
Ci sono delle pagine estremamente attuali sulla condizione sessuale dell'uomo: "[...] la nostra supernutrizione eccitante, unita a un pieno ozio fisico, non è nient'altro che un'infiammazione sistematica della concupiscenza"; e sulla vanità della donna: "Girate per i negozi in qualunque grande città. [...] Tutto il lusso dell'esistenza è richiesto e tenuto su dalle donne". Come non trasporre queste immagini alla società attuale, pensando ai siti pornografici con i loro miliardi di visitatori-nerd e alle vetrine dei negozi di lusso di Via Monte Napoleone e Place Vendôme che non conoscono crisi anche nell'attuale periodo di stagnazione economica e di progressivo depauperamento della classe media. Il Tolstoj moralista ed austero ne sarebbe profondamente disgustato.
Egli sbandiera gli eccessi sessuali e la lussuria come prove inoppugnabili della depravazione maschile e conseguenza della non parità di genere riservata alla donna, che per contro si vendica sull'uomo seducendolo con una serie di corpetti attillati e virtuosismi al pianoforte per poi umiliarlo con il rifiuto sessuale dopo il matrimonio ed infiammarlo di gelosia con il tradimento.
E' una descrizione sociale per quel tempo coraggiosa, che in certi toni perentori e assolutistici assume il carattere di uno sfogo, più che di un'analisi ponderata, ma quantomai profetica, fornendo il quadro decadente e corrotto, che anticipa i temi dell'irrazionalismo e del Novecento, di una società aristocratica russa destinata da lì a pochi decenni a precipitare tragicamente ed estinguersi con la rivoluzione comunista e l'assassinio dello zar.
Indicazioni utili
Lo si può leggere anche come un breve saggio sull'eterno conflitto amoroso tra uomo e donna, in chiave
- va specificato - pessimistica e tragica. Gli spunti sono comunque attuali e applicabili in toto alla nostra società. In questa universalità a tratti visionaria consiste l'immenso valore del libro e dell'autore.