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Simbad il marinaio
"Montecristo" è una grandiosa, entusiasmante avventura prodiga di stupefacenti colpi di scena, carica della vitalità dei racconti che trasportano fuori dal tempo e dallo spazio che ci danno consueta dimora.
Questa storia affascinante, senza esigere necessariamente complesse riflessioni e analisi, offre una straordinaria oasi letteraria in cui rinfrancarsi dal quotidiano, concedendosi una salubre evasione dalla realtà.
Lo svolgersi degli accadimenti si ramifica in lungo e in largo come un vasto, intricato disegno, di cui la risolutezza degli uomini e i capricci della Provvidenza si dividono la paternità e che per la sua complessità può esser colto solamente quando l’occhio ha la possibilità di abbracciarne una parte consistente. È qui che la meravigliosa macchina ideata da Dumas trae le sua forza vitale, instillando nel lettore l’attrazione per cui lo scorrere delle pagine vince sulla mole insormontabile a prima vista.
Il ritmo è sostenuto dalla predominanza delle sequenze dialogiche e grazie all’espediente del costante riepilogo dei fili dell’intreccio operato dal narratore in terza persona onnisciente (tipico ottocentesco), le vicende si lasciano seguire agilmente, traendo virtù da quelle che nacquero verosimilmente come esigenze della pubblicazione in forma di feuilleton.
A patto di portare pazienza per i passaggi in cui la ridondanza del manierismo nei gesti e nelle conversazioni si fa un po’ stucchevole, il racconto strega il lettore, avvolgendolo in un’atmosfera drammatica (lontana dall'ironia familiare ne “I Tre Moschettieri”), in cui la vendetta è sovrana della scena, ultimo arbitro degli equilibri sconvolti dalle diverse peripezie e dai molteplici intrighi.
Risparmio qualsiasi cenno alla trama vera e propria, grato come sono stato io stesso, alla fortunata combinazione che mi ha tenuto completamente digiuno dalle celebri riproduzioni televisive e cinematografiche, conservandomi intatto il piacere della scoperta di questo bellissimo romanzo.
“Per i cuori che a lungo hanno sofferto,
la gioia è simile alla rugiada sulle terre essiccate dal sole.”
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Commenti
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Anche se, con una punta di rammarico,
ho avuto l'impressione che, rispetto ai Tre Moschettieri,
la scrittura abbia avuto una cesellatura meno attenta,
con il risultato che la brillante avventura
non abbia goduto di altrettanta efficacia
nelle descrizioni delle vicende e soprattutto degli stati d'animo,
che mi avevano invece affascinato
nel racconto delle imprese di D'Artagnan e compagni.
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