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Un viaggio alla scoperta della vita
Quando mi appresto a iniziare un qualsivoglia libro di un autore che amo particolarmente, la sensazione che provo è alquanto strana: un misto di eccitazione e triste consapevolezza che, una volta finito di leggere, rimarrà un'opera in meno di quell'autore da potersi godere.
È questo il caso del mio amato Charles Dickens, che con il suo "Il circolo Pickwick " non si smentisce, creando un mondo meraviglioso fatto di personaggi spassosi e profondi, puramente Dickensiani. Non potranno non rimanervi nel cuore personaggi come l'inimitabile Samuel Weller, Weller Senior, Mr. Jingle e lo stesso Mr. Pickwick. Potrei stare qui ad elencare nomi per ore e comunque non basterebbe: quello che Dickens ha creato va gustato e basta. Risa, lacrime, commozione, empatia, c'è tutto; e quando il libro si chiuderà definitivamente, quella sensazione di malinconia tipica dei grandi libri e dei grandi autori vi assalirà. Non vorreste mai lasciare Pickwick e i suoi amici, ma purtroppo siete costretti, anche se vi rimarranno nel cuore.
Un bel giorno alcuni dei componenti del circolo Pickwick, compreso il suo fondatore, decidono di intraprendere una serie di viaggi per l'Inghilterra, allo scopo di studiare la popolazione del loro tempo e redarre una testimonianza tangibile. Particolari circostanze accompagneranno la compagnia fin dal principio, cose che non avrebbero potuto nemmeno immaginare prima di partire. Conosceranno persone e stramboidi di ogni sorta, personaggi che solo guardarli (o leggerli) è un avventura.
Si lasceranno andare a ogni tipo di esperienza: alla caccia, alle feste, alle gozzoviglie e simili. C'è chi troverà l'amore, perché quelle creature angeliche dalla forma umana che comunemente chiamiamo donne hanno il potere di rapire anche lo studioso più serio e il viaggiatore più temerario. Quello di Pickwick e compagnia sarà un viaggio che in fin dei conti li porterà a scoprire sé stessi più che gli altri; a saldare profonde amicizie; a riscoprire piaceri perduti e ad assaporarne di nuovi; a ritrovare la bontà d'animo e lasciare che il male gli scivoli addosso a discapito dei torti, che non sono mai abbastanza di fronte a un pentimento sincero. Spassoso e serio, profondo e leggero, complesso e frivolo allo stesso tempo; come solo Dickens sa fare.
"È perfino banale il detto: la mattina è troppo bella per durare. Quanto più proprio sarebbe applicarlo alla nostra vita di ogni giorno. Dio! Che cosa pagherei per tornare ai giorni della mia infanzia, oppure poterli scordare per sempre!"
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Un grande capolavoro, che a mio avviso non diviene grandissimo perché cade su quel finale "consolatorio".
Vale.
credo di essere stato proprio io a consigliarti "Grandi Speranze" e non posso fare altro che rinnovarti il mio invito a farlo il più presto possibile! Non so cosa tu abbia letto di Dickens, prima, ma credimi sarebbe un peccato non dargli un'altra occasione. Io sono di parte perchè amo profondamente questo autore che è il mio preferito insieme a McCarthy e Dumas, ma la grandezza di Dickens credo sia indiscussa. Di certo fossi in te non inizierei con "Il circolo Pickwick", ma fidati, dai un'altra occasione a questo meraviglioso autore!
Grazie per i complimenti,
Vale.
A mia opinione, almeno.
Vale.
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