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Jane Austen è pur sempre Jane Austen
Sei libri. La produzione letteraria della famosissima scrittrice inglese è davvero troppo esigua per i suoi estimatori, come me. Inutile entrare in libreria sperando che si sia materializzato qualche nuovo titolo inedito. Tutto ciò che si può fare, al limite, è leggere uno dei suoi romanzi incompiuti, come “Lady Susan”. Si tratta di un breve romanzo epistolare scritto da una Jane Austen ventenne che lei stessa, di fatto, decise di non pubblicare. Le motivazioni rimangono misteriose, come tutto ciò che appartiene alla sfera personale di quest’autrice, ma ci si avvicina a questo scritto in punta di piedi, quasi temendo di violare una sua scelta.
In effetti questa prima, acerba sperimentazione si discosta sensibilmente dalla successiva produzione letteraria per forma, ambientazione e caratterizzazione dei personaggi. La forma epistolare, pur offrendoci una pluralità di voci briose e pettegole, ci priva di quella narrazione fluida e raffinata, capace di mettere in luce convenzioni e comportamenti della propria epoca. Mancano inoltre le argute descrizioni della vita quotidiana nella campagna inglese, dai picnic all’aperto alle consuete visite di vicinato. E se credete poi che tutte le eroine austeniane siano buone e sincere, determinate a rincorrere il sogno di un matrimonio d’amore, non avete ancora conosciuto Lady Susan. Scaltra e senza scrupoli, maestra di civetteria e manipolazione dialettica, è alla ricerca di un ricco matrimonio per se stessa, fresca vedova, e la remissiva figlia, che considera essenzialmente un fardello di cui liberarsi. Quarantuno lettere per scoprire se, infine, le sue furbesche macchinazioni riusciranno a risultare vincenti.
Di certo un testo originale, anche per la scelta controcorrente di un’eroina spregiudicata e di dubbia moralità (non priva, però, di accattivante ingegno e simpatia), in cui già si intravedono sprazzi dell’arguta ironia che renderà indimenticabili i romanzi di questa scrittrice. Non sapremo mai se una successiva rielaborazione, così come accadde per l’altra composizione epistolare giovanile, “Elinor e Marianne”, poi diventato “Ragione e Sentimento”, avrebbe portato significativi cambiamenti; possiamo solo godere di questa manciata di pagine di buona letteratura per conoscere meglio la produzione di quest’autrice e lasciarci sorprendere da un ritratto femminile davvero modernissimo. Da leggere perché, in fondo, Jane Austen è pur sempre Jane Austen.
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Commenti
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sì, questo non è uno dei suoi migliori romanzi, ma leggere quest'autrice è, comunque, sempre un piacere per me.
Grazie del confronto.
Manu
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anch'io amo molto questa autrice.
Fede