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L'amore è il fulcro
Non si può negare che le sorelle Bronte avessero un debole per le storie d'amore tormentate, ma con quale maestria gli hanno dato consistenza!
"Jane Eyre" è una di quelle storie che, come "Cime tempestose" e "La signora delle camelie", definire semplicemente come il racconto di un amore sarebbe riduttivo e ingiusto.
"Jane Eyre" è un grande classico.
Dopo un inizio dalle forti tinte dickensiane, sia per quanto riguarda le vicende sia per il tipo di ambientazione, proseguiremo nel tragitto seguito dalla giovane Jane fino al suo punto culminante: l'incontro con la sua anima gemella, il signor Edward Rochester.
Come i giovani Oliver e Pip partoriti dalla penna di Charles Dickens, la piccola Jane si trova a vivere un'infanzia tutt'altro che piacevole. Orfana di entrambi genitori, è affidata alle cure di una zia che la odia e costretta alla compagnia dei cugini, che la maltrattano in ogni modo. Ma fin da piccola Jane mette in mostra il suo carattere forte, sopra le righe, non disposto a mollare né a sopportare le ingiustizie senza lottare. Il suo carattere la terrà viva nell'ambiente ostile della scuola in cui crescerà, Lowood, fino all'incontro con il signor Rochester nella bellissima dimora di Thornfield. E' qui che l'anima della combattiva Jane conoscerà l'amore, ma come ben sappiamo, quest'ultimo è un essere a dir poco capriccioso.
L'amore di Jane per Edward è sincero, puro, ricambiato, eppure il mondo intero sembra volersi mettere di traverso, come se il suo unico scopo sia frapporsi fra l'uomo e la sua felicità. Eppure, se l'uomo si affida alle mani del Signore e si sforza di seguire le norme che ha stabilito, Lui ricompenserà sempre i suoi sforzi sinceri. Ed è quello che, dall'inizio alla fine, farà la nostra cara Jane.
Forse il tragitto ci riserverà dolori mai provati, afflizioni apparentemente insostenibili, ma alla lunga sforzarci di fare la cosa giusta porterà i suoi frutti. Forse ci regalerà di nuovo quel che abbiamo perso, quello a cui abbiamo rinunciato pur di mantenerci sulla retta via. Forse perché ogni cosa ha un suo tempo e la fretta è una cattiva consigliera. Forse perché a volte il nostro essere umani, e quindi imperfetti, rischia di farci perdere quello che ci spetta di diritto, solo perché non siamo in grado di capire che spesso, per essere felici, bisogna prima imparare a soffrire.
- Non vedo ostacoli a un esito felice del suo avvenire, se non nella fronte; E quella fronte sembra dire: "Posso vivere da sola, se il rispetto di me stessa e le circostanze me lo chiederanno. Non ho bisogno di vendere l'anima per comprare la felicità. Ho un tesoro interiore che mi manterrà viva anche se tutti i piaceri esterni mi saranno negati, offerti a un prezzo che non potrò accettare"
Indicazioni utili
Cime Tempestose
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Vale.
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