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Matrimonio con scadenza
Pur essendo lontani dalla bellezza di “L'età dell'innocenza”, questo breve romanzo racchiude la stessa lucida e impietosa rappresentazione della ricca società americana di inizio Novecento. Edith Wharton dimostra ancora una volta la propria maestria nell'osservare e mettere a nudo le convenzioni, le frivolezze e le ipocrisie caratterizzanti il patinato ambiente in cui è nata e cresciuta.
E’ una cornice di lusso e splendore quella che fa da sfondo alla romantica luna di miele di Susy e Nick Lansing: una bellissima villa sulle sponde del lago di Como al chiaro di luna, un antico palazzo veneziano, un panfilo elegante attraverso cui solcare i mari. Eppure c’è qualcosa che non va. Perché Nick e Susy non sono giovani rampolli di qualche benestante famiglia americana e non avrebbero alcun titolo a godere di questo scenario dorato. Fanno semplicemente parte di quell’entourage di parassiti che gravita intorno alla cosiddetta aristocrazia del denaro facendo dell’arte di arrangiarsi la propria legge. Giovani dalla bella presenza, presunti intellettuali da salotto o sedicenti artisti che passano le giornate tra inviti, omaggi e pettegolezzi, in cambio di piccoli favori e obblighi sottaciuti.
Nick e Susy sanno bene di non potersi amare perché la loro unica opportunità per garantirsi un posto in quel mondo sarebbe un buon matrimonio. Ma perché non siglare un accordo con scadenza? Un anno. Il tempo per godere degli assegni ricevuti come dono di nozze e dell’ospitalità nelle belle case offerte per la luna di miele; per poi cercare una sistemazione sentimentale più conveniente. Invece entra in scena l’amore. E all’improvviso quei compromessi morali, accettate e inevitabili conseguenze della propria vita parassitaria, diventano imperdonabili se a commetterli è la persona che si ama. All’improvviso quel pragmatismo nei rapporti, così comune tra i propri benefattori, appare inaccettabile.
E allora lasciarsi o affrancarsi? Ma può esistere libertà morale e sentimentale quando non si ha libertà materiale ed economica? E’ un interrogativo estremamente attuale ancora oggi, in una società come la nostra in cui il rispetto di sé sembra essere assicurato da ricchezza e posizione sociale e regolato dai meccanismi dell’apparire. Ecco perché non posso che consigliare i romanzi di quest’autrice, così abile nell’indagare la psiche umana in relazione alle convenzioni sociali che ne regolano i comportamenti. E nel mettere in luce le nostre stesse ipocrisie.
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Commenti
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Grazie, come sempre, per il commento, Emilio!
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Non conosco ancora questo libro, benché mi piaccia la scrittura dell'autrice. Poi amo moltissimo le sponde del Lago di Como, per cui si tratta proprio di una bella segnalazione!