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Il mio più grande ni
E' difficile, per me, come poche volte fino ad ora, recensire un libro... perchè è una di quelle storie dal sapore dolce di un amore genuino e disinteressato, è una di quelle storie che riescono a costruire città, cieli stellati, anime colme di sogni e speranze, che non sono più parti di un libro, ma diventano vite, storie, attimi che escono dalle pagine per farsi esperienza vissuta nell'animo del lettore.
E' la storia di un uomo di beni materiali "teoricamente povero", di sogni "praticamente ricco": il Sognatore. Respira l'anima di Pietroburgo e in essa vive, trascorrendo giorno e notte, costruendo mondi immaginari, storie che coronano attimi eterni di felicità. Sogna e dei suoi sogni si ciba, grazie ai suoi sogni non pensa all'incocludenza della sua vita, crede ed è sicuro di avere tutto e non poter desiderare nient'altro.
La sua vita inizia a colorarsi di una nuova sfumatura quando incontra Nasten'ka, giovane e amabile ragazza legata (nel vero senso della parola) alla nonna: tra discorsi e passeggiate le loro vite iniziano pericolosamente ad allacciarsi.
Il finale è struggente, inaspettato, demolisce un sogno che si configurava all'orizzonte: è lo specchio perfetto di quell'amore che tutti abbiamo provato nella vita. Nato alla fioca luce della piacevolezza del primo sguardo, esploso all'unione delle due anime e poi frantumato sotto i piedi, in quel secondo che non ammette repliche.
Un piccolissimo libro, poche pagine per godersi un piccolo sogno, lettura sicuramente apprezzata, eppure (non me ne vogliano gli ammiratori accaniti), c'è qualcosa che mi è mancato. Sarà l'amarezza di un amore appassito o forse la triste convinzione che Nasten'ka siamo un pò tutti noi...