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Il lato più sinistro della sua fatal passione
Notre Dame de Paris è un opera che nasce dal genio di Victor Hugo, ispirato dalle letture giovanili di Walter Scott, con il grandioso intento di portare la poesia dentro al romanzo storico.
Più che una trama elaborata e avvincente, Notre Dame de Paris offre un meticoloso dipinto quattrocentesco della città di Parigi in cui la maestosa cattedrale gotica è protagonista della scena. Il tempo è spesso cristallizzato, con una narrazione per ampi tratti pressoché immobile spettatrice davanti al rigoglioso germogliare di straordinari affreschi glorificanti le stupefacenti doti descrittive di Victor Hugo. Inoltre, non mancano gli intermezzi con riflessioni di ampio respiro e analisi filosofiche, fondamentalmente incentrate sul ruolo dell’architettura nella storia dell’umanità.
Dai volti ai costumi e alle credenze popolari, alla cattedrale in ogni suo anfratto, fino al sensazionale volo d’uccello sulla città, l’autore è un occhio instancabile scrutatore dei dettagli.
“La sala grande non era che una vasta fornace di impudenza e di giovialità, in cui ogni bocca era un grido, ogni occhio un lampo, ogni faccia una smorfia, ogni persona un atteggiamento. Gli strambi visi che si affacciavano uno dopo l’altro a digrignare i denti dal foro del rosone erano come altrettanti tizzoni gettati nel braciere. E da tutta quella folla effervescente sfuggiva, come il vapore dalla fornace, un rumore stridulo, acuto, tagliente, fischiante come quello delle ali di un moscone.”
In questa sontuosa cornice i personaggi e le vicende sono piccoli componenti di un vasto colorato mosaico. Solo sul finale il dramma degli eventi prende il sopravvento trascinandoci repentinamente verso l’epilogo della storia.
Notre Dame de Paris è un romanzo pregno di storie d’amore: impossibili, travagliate, idilliache, corrosive e malsane. Il sentimento che lega l’autore stesso alla monumentale cattedrale di cui celebra ogni cesellatura pagina dopo pagina, non è che una sconfinata passione. Ma fra tante è la storia d’amore del campanaro Quasimodo con le sue bronzee creature a struggere maggiormente il cuore e suscitare una profonda tenerezza.