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Cyrano de Bergerac
 
Cyrano de Bergerac 2016-12-29 16:02:38 Julie
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Julie Opinione inserita da Julie    29 Dicembre, 2016
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"Far da suggeritore ed essere dimenticato."

Edmond Rostand dedica questa sua commedia in cinque atti all'attore che per primo vestì i panni dell'eroe Cirano nel lontano dicembre del 1987, e lo fa con queste parole,

"E' all'anima di Cirano che avrei voluto dedicare questo poema, ma
poiché essa è passata in voi, Coquelin, è a voi che lo dedico."

L'anima di Cirano infatti prende vita nella mente dell'autore e nell'immaginazione del lettore, ma non è reale, di conseguenza la dedica si trasforma in ringraziamento per colui che emulandone l'essenza riesce a darle forma, anche se solo su di un palcoscenico. Ritengo che queste poche righe siano essenziali per comprendere il profondo rispetto e l'amore che Rostand ha per il suo protagonista, rispetto e amore condivisi da chiunque riesca a comprendere il personaggio.
Cirano incanta, appassiona e seduce il pubblico femminile, ma allo stesso tempo ispira, sfida e sprona quello maschile. E' il paradigma dell'eroe guascone per eccellenza, ricorda per tantissimi versi il giovane moschettiere D'Artagnan; lo ricorda nell'orgoglio, nell'inflessibilità, nell'irruenza e nella foga e nell'apparente arroganza, ma allo stesso tempo lo completa e lo supera, perché gli appartiene una dimensione in più, che è quella dell'animo. Un animo sensibile, senza mai cadere nel melenso, un animo da poeta, che non si rivela mai poetastro, un animo innamorato, ma di quell'amore che eleva, di una profondità che nobilita.
Questo grande eroe duella e compone versi con la stessa facilità, anzi a volte fa entrambe le cose contemporaneamente; nulla lo piega, perché sicuro nel suo codice morale si rivela incorruttibile, ma l'amore lo spezza, lo stesso amore che lo rende nobile, lo tormenta con tutti i suoi dubbi e le sue insicurezze, quell'amore "che move il sole e l'altre stelle" lo immobilizza, quando basterebbe fare un solo passo per raggiungere la meta. E così un semplice difetto fisico, una cosa di norma di ben poco conto, cresce e si ingigantisce pagina dopo pagina, dominando la trama e delineando il dramma dietro la commedia; un naso enorme diventa quindi un altrettanto enorme taboo, all'ombra del quale cresce e si rafforza l'unica paura di Cirano, quella di essere rifiutato e deriso dall'oggetto del suo desiderio, la bella Rossana. Infatti, ciò che secondo Cirano manca a Cirano è la classica formula del kalos kai agathos, il suo coraggio, la sua prodezza, non si rispecchiano nel suo aspetto esteriore e questo non lo rende all'altezza della donna che ama. In base a questa sua convinzione sceglie di farsi da parte e di favorire, in nome della felicità di Rossana, la sua unione con il bel Cristiano, e lo fa senza invidia e senza rancore e a discapito dei suoi stessi sentimenti.

"ROSSANA: Ma lo spirito?...
CIRANO: In amore lo detesto. Quando si ama è un delitto prolungare questa inutile schermaglia. Arriva inevitabilmente il momento in cui - e compiango chi non l'ha provato - sentiamo che c'è qualcosa di così nobile nel nostro modo di amare da non poterlo avvilire con vani giochi di parole."

Come sempre mi mantengo selettiva nelle tematiche delle mie recensioni, ma se sono riuscita lo stesso a darvi almeno un buon motivo per leggere o rileggere quest'opera teatrale mi ritengo comunque soddisfatta.

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Più di tutti lo consiglio ai veri romantici.
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