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Martin Eden
 
Martin Eden 2016-11-02 19:26:56 FrancescoMirone
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FrancescoMirone Opinione inserita da FrancescoMirone    02 Novembre, 2016
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Icaro moderno

+++SPOILER+++
Trovo consono definire Martin Eden, il nostro protagonista, un Icaro moderno. Perché? Semplicemente perché Martin anela a volare al di là delle proprie possibilità; il prezzo da pagare è dunque una rovinosa caduta. Martin, il marinaio tutto muscoli e poco cervello, cela dentro di sé un potenziale inespresso, che esplode grazie ad una serie di catalizzatori, su tutti la dolce Ruth, è principalmente per lei, per avvicinarsi almeno un po' a quel mondo costituito da teorie,idee,dibattiti letterari e false cortesie o smancerie (è qui che emerge il sottile ma discreto rigurgito antiborghese).

Il nostro Icaro è saturo di aspettative nei confronti del mondo borghese della bella Ruth, quando scoprirà che quel mondo altro non è che mera finzione, sarà una grandissima delusione per lui , ciò lo porterà a mettere in discussione il suo desiderio di diventare egli stesso borghese , il disgusto si impadronirà del nostro eroe ribaltando le sorti del gioco. Martin si illuderà di trovare in Ruth la realizzazione dei suoi ideali, l'errore del protagonista sembra essere situato proprio nell'idealizzazione di Ruth, idealizzare persone o cose si rivela spesso un errore.

Tuttavia, tema tipicamente americano è quello della scalata sociale. La povertà è qui rappresentata come un trampolino di lancio, Martin sembra essere addirittura orgoglioso del proprio stato indigente.
Il nostro Martin, come ogni scrittore alle prime armi, cela dentro di sé un mondo di idee da esprimere, senza però avere i mezzi necessari per farlo. Solo dopo molteplici tentativi un suo saggio sarà pubblicato, trascinando con sé tutti gli altri, ma sarà troppo tardi, il disgusto nei confronti del mondo moderno si sarà già impadronito dell'animo del nostro eroe. A questo punto, tutto perde valore, il mondo pieno di idee di Martin sprofonda nel nulla, non vi è più gioia nello scrivere, il protagonista viene pervaso da quella malattia mortale che potremmo chiamare banalmente insoddisfazione ( o presa di coscienza della vanità di certi aspetti della vita ?).

Non credo sia eccessivamente audace vedere un po' Martin di ognuno di noi, chi di non si è mai sentito insoddisfatto o inadeguato? Chi non ha mai idealizzato qualcuno o qualcosa? La decisione di porre fine alla sua esistenza deriva dal fatto che la realtà inizia a stargli stretta, è questa la malattia che affligge gli insoddisfatti cronici . Tali condizioni causano un'implosione dell'io in stile goethiano (nonostante le condizioni siano diverse, il disagio sembra essere simile), tanto che la realtà diventa una terribile gabbia.

L'elemento autobiografico sembra essere dominante, London , personalità complessa e poliedrica, proprio come il complicato scorcio temporale che gli Stati uniti vivono a cavallo tra Ottocento e Novecento, si incarna in Martin, il quale è ossessionato dall'evoluzionismo Spenceriano ; Martin sembra essere un po' la rappresentazione del suo senso di inadeguatezza o meglio di impotenza, di fronte a un mondo che può inghiottirti come un pesce vorace. In tipico stile naturalista, Martin affronta la vita e perde, poiché quest'ultima è spietata.

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