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Quel rissoso, irascibile, carissimo monsieur Paul
Forse non all'altezza di Jane Eyre ma in ogni caso un gran bel romanzo che magari avrebbe necessitato di una abbondante sforbiciata soprattutto alle pagine dedicate al dottor Paul, personaggio meno interessante con un' alta levatura morale ma non insensibile al fascino delle apparenze e ai condizionamenti del suo tempo. E perciò abbastanza convenzionale.
Alcune parti sono molto belle soprattutto quelle che l'autrice dedica alla descrizione dei suoi disturbi nervosi e al caro monsieur Paul, uomo bruttino, eccentrico, dalle pessime maniere ma piuttosto originale, insensibile al fascino della superficie forse perchè attento osservatore del genere umano ( soprattutto femminile). Alcuni personaggi come Pauline, il padre di Pauline, la cugina Ginevra e il dottor Paul Graham non sono particolarmente originali e interessanti. Invece è bellissima la descrizione dell'io narrante Lucy e di Monsieur Paul che escono dal tracciato delle buone maniere del loro tempo e delle convenzioni. Il finale mi è piaciuto molto, come anche il fatto che l'autrice l'abbia lasciato in un certo senso al lettore anche se, la malinconia che alberga in quelle pagine fa propendere per la soluzione più triste. E' bello che l'ultimo capitolo sia scritto al presente e non al passato creando uno scarto dalla narrazione precedente come se quelle due pagine finali tentassero di uscire dal normale scorrere del tempo in un'attesa che si protrae e che prolunga la felicità dei tre anni di lontananza fisica protendendosi verso un tempo ancora immaginabile se non possibile .
Poetica la percezione della fragilità forse illusoria della felicità per cui il protendersi è un allungarsi fuori e oltre il presente, magari verso una vita non più terrena.
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