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Diario non superfluo di un uomo superfluo
Breve racconto in forma di diario, scritto in punto di morte, riguardante un amore platonico e non ricambiato dell’io narrante, un cinquantenne di nome Culkaturin, verso una fanciulla di nome Liza.
L’inconcludenza e la timidezza del protagonista porteranno al rapido deterioramento del loro rapporto e alla caduta fisica e morale dell’innamorato.
Lo scenario e la tipologia degli eventi rappresentano uno spaccato classico della società russa medio-alta dell’Ottocento: il protagonista che si trova “per ragioni di servizio” in una piccola e noiosa cittadina di provincia, l’incontro con Liza, figlia del funzionario del distretto, il colpo di fulmine, la timidezza di lei, l’arrivo di un principe, le attenzioni di lei per il nuovo arrivato e l’indifferenza per Culkaturin, la gelosia di lui, la sfida a duello, l’ipocrisia di provincia e la caduta nel ridicolo, la dipartita del principe, la disperazione di lei, il decadente epilogo.
E’ un piccolo capolavoro, perché in poche pagine è concentrato un compendio completo di sentimenti e comportamenti umani, da tutti comprensibili e universalmente riscontrabili, eppure descritti con un linguaggio alto, colto, con echi romantici, anche se mai pedante o autocelebrativo. L’autore c’è in tutta la sua potenza e nonostante il protagonista sia dimesso e mediocre, le sue vicende interiori ed esteriori sono molto reali e convincenti.
Grande parte la fa tutta la gamma di reazioni interiori dello sventurato alle sue tristi vicissitudini: stupore, folgorazione, estasi, paura, dubbio, gelosia, meschinità, arrovellamento, rassegnazione, contemplazione. La rapidità con cui a seconda degli accadimenti il protagonista passa da uno stato d’animo all’altro è quella tipica di un bambino. In fondo la debolezza di Culkaturin, origine di tutti i suoi insuccessi e delle sue continue frustrazioni, è assimilabile alla mancanza di autostima di certi bambini, o di uomini mai del tutto maturi.
Un piccolo grande classico, buono per tutte le stagioni e per tutti i lettori: per quelli che si sentono soli e falliti, in quanto hanno la possibilità di palpare le miserie degli altri e confrontarle con le proprie (val sempre il detto: mal comune mezzo gaudio), e per quelli che hanno (o hanno avuto) successo in campo amoroso: costoro accresceranno la loro autostima. In ogni caso il diario non sarà superfluo…
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Commenti
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Ciao, Manuela
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Molto bello il tuo commento. Turgenev è un Grande. Non conosco però questo libro, che mi pare assai interessante.