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La minore delle Bronte in tutti i sensi
"L'attenzione invece va tenuta ben desta poiché Agnes Grey è, e insieme non è, autobiografia. Pur partendo infatti dal dato personale, la narrazione lucidamente se ne discosta, sperimentando un metodo attento all'economicità della composizione, teso più spesso a sottrarre che a dilatare".
Ho deciso di iniziare questa recensione con un estratto preso dall'introduzione a cura della Sestito, perché in queste parole trovo un buon riassunto di quello che è "Agnes Grey" di Anne Bronte.
Dopo aver letto "Cime tempestose" e "Jane Eyre" ho voluto dare una possibilità anche alla minore delle sorelle Bronte, affascinata dal fatto che ben tre sorelle, al tempo, si fossero dedicate alla letteratura. La sofferenza della famiglia Bronte e le loro difficoltà sono ben percepibili in questi tre lavori, ognuna però l'ha affrontata a modo suo.
"Agnes Grey" si presenta sotto forma di diario, diviso in ben venticinque capitoli, in cui la protagonista si racconta, partendo dalla sua prima esperienza come governante, fino ai giorni presenti. Come si può evincere dal titolo, la piccola Anne non può competere con le sorelle in quanto a stile, che si presenta molto acerbo, privo di emozioni e dettagli, e neanche a trama. Manca la complessità e quelle sensazioni che le altre due, ad anni di distanza (ho letto entrambi i libri anni fa) ancora mi hanno lasciato.
La nota positiva è invece il contesto e la critica nei confronti della società del tempo. Non proprio una novità, ma è affrontata in maniera diretta senza la necessità di leggere fra le righe. Inoltre viene contrapposta la donna umile alla Lady, con la riflessione che forse nascere dalla parte "sbagliata" poteva essere anche una fortuna.
"Oh! Non fa niente! Non bado mai ai domestici, non sono che automi; quello che i padroni dicono o fanno non li riguarda e non oserebbero farne parola; quanto poi a ciò che pensano - ammesso che ce l'abbiano, la presunzione di pensare - naturalmente nessuno se ne cura. Ci mancherebbe solo che i nostri servi ci tappassero la bocca!".
Anne Bronte che nella sua vita non ha avuto un happy end, da invece una bella possibilità alla sua protagonista che pur mancando di spessore cerca di raccontare una società ingiusta, snob e meschina lasciando però uno spiraglio di luce per il futuro.
Non vi aspettate il capolavoro né il classico imperdibile, ma date comunque una possibilità alla piccola Bronte, il romanzo si legge velocemente e può essere anche una buona occasione per confrontare lo stile delle tre sorelle.
Buona lettura!
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Commenti
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Curioso, proprio in questi giorni ho iniziato "La signora di Wildfell Hall" della piccola Bronte, vedremo :)
Ciao, Manu
Fede
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