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Un libro complesso
Cominciamo con la parte più "facile" di questa recensione: l'analisi stilistica.
Dostoevskij ha uno stile molto sublime. Non immediato, è vero, ma che perfettamente si sposa con le esigenze del periodo storico in cui lui vive.
Sopratutto nella parte iniziale del romanzo, risulta chiara la sua intenzione di accattivarsi il lettore, in primis con l'introduzione stessa del libro, e successivamente con l'uso di una sintassi e di un lessico relativamente semplici. Il tutto va a complicarsi con il procedere del romanzo, com'è giusto che sia però dato il nobilitarsi degli argomenti trattati.
Il contenuto presenta luci e ombre (più luci a dire la verità): luci per quanto riguarda l'abilità di Dostoevskij a scavare nel profondo dell'animo umano; poi, il parricidio, le varie corruzioni sociali ed ecclesiastiche, la malattia, sono tutti argomenti che richiedono certi coraggio e abilità per essere trattati adeguatamente, e queste trattazioni sono indubbiamente dei punti a favore per il romanzo.
Le ombre si riscontrano con l'esagerato numero di riferimenti ed espressioni religiose: tranne in alcuni dialoghi, vi è un continuo tentativo da parte dell'autore di indottrinare chi legge. Ai tempi questa poteva essere considerata la norma, ma tutto ciò inevitabilmente stona con la nostra epoca.
Detto ciò, passiamo ad analizzare la piacevolezza. Questa viene a mancare, per gran parte del romanzo, a causa della prolissità di alcune sue parti. Tra esse, spicca il monologo dello "starec" Zosima, che l'autore avrebbe potuto tranquillamente ridurre, ma che invece risulta enormemente lungo e difficoltoso. Per fare cosa poi? Elencare precetti cristiani, che a fini della narrazione risultano addirittura quasi superflui.
Insomma, "I Fratelli Karamazov" è un romanzo che bisogna avere la voglia e la pazienza di leggere. Altrimenti si rischia di interrompere la lettura prima di essere arrivati alla fine. Una cosa da tenere a mente, è che fu scritto nel diciannovesimo secolo, epoca in cui erano riconosciuti determinati valori, che però col tempo sono venuti, per forza di cose, a mancare. Oserei quasi dire che i Fratelli, per alcuni aspetti, siano ormai da considerarsi storia.
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Commenti
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Ciao e spero di averti risposto in modo soddisfacente!
Prima di tutto, però : Benvenuto nel sito!
Poi, come fai a considerare storia i valori espressi nel romanzo? Se è vero (come credo) che Dimitrij rappresenti l'istinto, Ivan il pensiero e Alekseij lo spirito; queste sono categorie universali, che non passano certo di "moda".
Spero di non esserti sembrato maleducato, volevo solo esprimere un parere su una recensione secondo me un po' frettolosa. E comunque, già solo leggere i Karamazov è di per sé apprezzabile. Buona giornata.
Comunque tranquillo, questo sito serve anche per discutere!
Riguardo alla prima tua critica: definisco lo stile sublime semplicemente perché mi è piaciuto molto. Ci sarà stato sicuramente anche lo zampino del traduttore, ma per quanto mi riguarda non mi trovo molto d'accordo con le parole di Hemingway. Se ci pensi, i due sono agli antipodi dal punto di vista stilistico.
"Prolisso" si riferisce ad alcune parti del romanzo a mio parere eccessivamente lunghe, sulle quali, dal punto di vista contenutistico, si poteva tranquillamente tagliare o addirittura sorvolare, per come la vedo io. Se la guardi in questa prospettiva, forse "prolisso" e "sublime" non si escludono a vicenda: si può parlare fino allo sfinimento riguardo un particolare argomento con parole meravigliose...no??
Riguardo alla seconda critica: io non avevo considerato i simboli che tu attribuisci a ciascuno dei tre fratelli. Molto più semplicemente, mi riferisco ai valori ottocenteschi che animano le loro scelte. Durante la narrazione, infatti, i tre compiono azioni in nome dei valori nei quali credono ciecamente. Ma sono questi valori destinati a tramontare con l'avvento del Secolo Breve, per come la vedo io. Per tale motivo, ai giorni nostri, i Fratelli "possono ormai considerarsi storia"!
Spero di essere stato abbastanza chiaro e al contempo conciso. Concludo dicendoti che per la mia prima recensione su questo portale ho puntato più sulla sintesi che non sull'esaustività. Capiscimi, sono un novellino e due pagine di recensione sui Fratelli Karamazov non me le avrebbe lette nessuno... da qui forse l'eccessiva fretta che hai (giustamente) notato. Che dire, col tempo imparerò ad aggiusterare il tiro!
Grazie per aver commentato, buona giornata anche a te!
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